«L’alternativa all’imposizione di dure sanzioni alla Russia sarebbe la terza guerra mondiale». Lo afferma Joe Biden in un’intervista. «Ci sono due opzioni – ha sottolineato Biden, in un’intervista al podcaster Brian Tyler Cohen – Iniziare la Terza guerra mondiale, andare alla guerra con la Russia, in sostanza. O far sì che il Paese che agisce contro la legge internazionale finisca per pagare un prezzo per quello che ha fatto». Ma la Russia cerca un nuovo terreno di scontro con l’Occidente minacciando la Finlandia e la Svezia di «gravi conseguenze politico-militari» se dovesse decidere di aderire alla Nato.
LEGGI ANCHE: Guerra Ucraina-Russia, quali possibili conseguenze per l’Italia
«L’adesione della Finlandia alla Nato avrebbe gravi ripercussioni militari e politiche»: le parole della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, fanno suonare l’allarme nelle cancellerie europee per il timore di una nuova operazione dei militari di Vladimir Putin. Helsinki e Stoccolma non sono membri dell’Alleanza atlantica ma, come li ha definiti il segretario generale Jens Stoltenberg, «sono i partner più stretti della Nato» e hanno partecipato all’ultimo vertice sulla situazione in Ucraina.
Non è la prima volta che Helsinki e Stoccolma partecipano a riunioni Nato, c’è una relazione di stretta collaborazione. Il 24 gennaio scorso il ministro degli Esteri svedese Ann Linde e il ministro degli Esteri finlandese hanno incontrato il segretario generale Stoltenberg a causa dell’aggravarsi della crisi ucraina. In quella occasione Haavisto ha ricordato che «la Finlandia è un paese democratico e le nostre decisioni si basano sull’opinione del popolo e dei partiti politici. La maggioranza non è stata a favore dell’adesione alla Nato, ma per la stretta collaborazione con la Nato».
Ma le parole di Zakharova sono un avvertimento legato proprio alla decisione di Finlandia e Svezia di collaborare con la Nato: la Russia «non può non vedere gli sforzi coerenti della Nato e di alcuni dei suoi membri, in primo luogo gli Stati Uniti, per trascinare la Finlandia e la Svezia nell’alleanza», ha dichiarato sottolineando che Mosca considera «un importante fattore della sicurezza la politica di non-allineamento» di quegli Stati. Nel caso di Stoccolma, un’invasione provocherebbe ugualmente l’intervento della Nato, nonostante la sua neutralità: esiste infatti un “Accordo di sostegno del Paese ospitante”, ratificato nel 2016, che mantiene la Svezia neutrale pur ospitando, sempre su approvazione del governo, truppe, depositi o operazioni della Nato. In cambio, l’Alleanza potrà fornire, in caso di richiesta d’aiuto, sostegno militare in caso di crisi.
Diversa è la situazione della Finlandia che, invece, è un Paese neutrale senza alcun tipo di collaborazione. In caso di invasione, in quanto Stato membro dell’Ue, il sostegno militare arriverebbe dagli altri 26. L’articolo 42 del Trattato dell’Unione europea parla chiaro: «Gli Stati membri mettono a disposizione dell’Unione, per l’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune, capacità civili e militari per contribuire al conseguimento degli obiettivi definiti dal Consiglio. Gli Stati membri che costituiscono tra loro forze multinazionali possono mettere anche tali forze a disposizione della politica di sicurezza e di difesa comune». E al punto 7 specifica che «qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite». A questo si aggiunge anche la Cooperazione strutturata permanente (Pesco), una cooperazione rafforzata tra 25 dei 27 Stati membri dell’Unione (esclusi Danimarca e Malta) introdotta con il Trattato di Lisbona e che opera sempre in ambito di Politica di sicurezza e di difesa comune.
Il presidente finlandese Sauli Niinisto ha detto ai media, riferisce l’Ap, di non avere visto nella dichiarazione di Mosca una minaccia militare alla Finlandia bensì le «contromosse» della Russia in caso di adesione di Helsinki all’Alleanza atlantica. E il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto ha ripetuto la stessa posizione in un’intervista all’emittente pubblica finlandese Yle, come riportato dall’Ap: «Non pensiamo che si tratti di una minaccia militare — ha detto —. Se la Finlandia dovesse essere il confine esterno della Nato, significa piuttosto che la Russia ne terrebbe certamente conto nella sua pianificazione della difesa. Non vedo nulla di nuovo in quanto tale».
La premier svedese Magdalena Andersson ha replicato alle affermazioni di Mosca con una conferenza stampa congiunta con il comandante militare della Svezia Micael Byden: «Voglio essere estremamente chiara — ha detto la premier — È la Svezia che decide autonomamente la nostra linea di politica di sicurezza».