Mentre i russi non sembrano voler concedere una tregua agli ucraini, nemmeno per l’evacuazione dei civili attraverso i corridoi umanitari, continuano i tentativi dei leader mondiali di trovare un accordo con Putin per mettere fine ai combattimenti in Ucraina. Dopo l’incontro a Mosca con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, il presidente russo ha avuto colloqui telefonici sia il presidente francese Emmanuel Macron che con il turco Recep Tayyip Erdogan.
Putin a ribadito a tutti i suoi interlocutori che «la Russia fermerà l’offensiva militare se l’Ucraina smetterà di combattere e saranno accolte le richieste di Mosca». «Si richiama l’attenzione sull’inutilità di qualsiasi tentativo di trascinare il processo negoziale, che viene utilizzato dalle forze di sicurezza ucraine per raggruppare le proprie forze e mezzi. A questo proposito, è stato sottolineato che la sospensione dell’operazione speciale è possibile solo se Kiev cesserà le ostilità e accetterà le ben note richieste della Russia», ha riferito il servizio stampa del Cremlino a seguito della conversazione tra Putin e il suo omologo turco Erdogan. Il cessate il fuoco, insomma, ci sarà solo in cambio di una resa incondizionata.
Qualche rassicurazione è arrivata sulle centrali nucleari. Durante il colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, il leader russo si è detto «pronto a rispettare le norme dell’Aiea sulla protezione delle centrali nucleari». Nella telefonata di un’ora e 45 minuti, secondo quanto riferisce l’Eliseo, Putin ha assicurato che «non è sua intenzione procedere ad attacchi contro le centrali» in Ucraina ed ha accusato Kiev per «la provocazione» a Zaporizhzhia dove un gruppo di radicali ucraini avrebbe tentato un atto di sabotaggio della centrale. «I tentativi di trasferire la responsabilità di questo incidente all’esercito russo sono elemento di una cinica campagna di propaganda» ha spiegato il Cremlino in un comunicato.
Mosca chiede un approccio più costruttivo ai negoziatori ucraini in vista del prossimo round di negoziati. Il presidente russo è apparso «sempre molto determinato» nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Tra le condizioni per un accordo: la «denazificazione» dell’Ucraina, la sua «neutralità», il riconoscimento dell’annessione della Crimea e dell’indipendenza del Donbass.