L’obbligo vaccinale per il personale scolastico resta fino al 15 giugno, ma con la fine dello stato di emergenza, in caso di inosservanza dell’obbligo vaccinale, il personale docente può tornare a scuola. Tra le novità previste dal decreto per il superamento delle misure di emergenza contro la pandemia, pubblicato venerdì in Gazzetta ufficiale, c’è proprio quella che riguarda gli insegnati: dal primo aprile i docenti non vaccinati potranno tornare a scuola e ricevere lo stipendio senza insegnare. Continua, quindi, anche nel post emergenza la distinzione tra vaccinati e non vaccinati.
L’articolo 8 del decreto Covid conferma fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. In tutti i gradi d’istruzione, dall’infanzia alla primaria. Gli insegnanti non vaccinati potranno tornare sul posto di lavoro, e quindi ricevere lo stipendio, ma non stare a contatto con gli studenti perché, come specifica l’articolo 4 del decreto, «la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni». In altre parole, i presidi dovranno trovare nuove mansioni che non comportino un contatto tra gli studenti e gli insegnanti non vaccinati.
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Secondo i dati diffusi da Il Sole 24 Ore, che ha avuto accesso alla relazione tecnica del decreto fatta in vista dell’approvazione da parte della Ragioneria generale dello Stato, in tutta Italia al 23 marzo erano 3.812 gli insegnanti non vaccinati. Di questi, 2.677 di ruolo e 1.135 non di ruolo. Considerate queste stime, il decreto ha stanziato 29 milioni per la sostituzione degli insegnanti non vaccinati fino alla fine dell’anno scolastico, cioè fino al 30 giugno. Anche se gli insegnanti potranno tornare a scuola, infatti, dovranno essere comunque sostituiti da un supplente fino alla fine delle lezioni.
La decisione del governo provoca la reazione dei presidi: «È molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi», puntualizza Antonello Giannelli, presidente di Associazione Nazionale Presidi (Anp). «Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato; gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti»
Critiche anche dai sindacati confederali Cigl e Cgil che chiedono di rivedere il testo. E anche l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, boccia la«modifica dell’ultimo momento» al Decreto sulla fine dello stato di emergenza. «Non ha oggettivamente nessuna logica la decisione che prevede. dal primo aprile, il ritorno a lavoro per i circa 30mila prof non vaccinati. Potranno tornare a scuola, ma senza rientrare in classe. Sono insegnanti ma non dovranno insegnare. È un pasticcio che spero venga corretto».