Lo strappo dell’Ungheria con l’Unione europea potrebbe concretizzarsi con il sì al pagamento del gas russo in rubli. A pochi giorni dalle elezioni che hanno riconfermato Viktor Orban per un quarto mandato, all’indomani dello scontro con la Commissione Ue per il mancato rispetto dello stato di diritto, l’Ungheria annuncia che si discosterà dalla linea europea anche sul fronte del gas.
Mentre non sappiamo se l’Ue sia veramente intenzionata a rinunciare al gas russo, l’Ungheria non si pensa proprio. Anzi è anche pronta a pagare il gas russo in rubli, se necessario. Lo ha detto il primo ministro Viktor Orban in una conferenza stampa a Budapest. «Non vediamo problemi nel pagare in rubli – ha detto – Se è quello che vogliono i russi, pagheremo in rubli».
Mosca ha minacciato di interrompere le forniture di gas ai Paesi “ostili” che si rifiutano di pagare in rubli, una mossa che riguarderebbe principalmente l’Ue (Germania ed Italia in testa) che dipende fortemente dal gas russo. La richiesta giunta dal presidente russo Vladimir Putin è al contempo una ritorsione nei confronti dell’Occidente per le sanzioni economiche e finanziarie imposte al proprio paese. Ma è anche un modo per sostenere il rublo, che a partire dall’inizio dell’intervento militare in Ucraina è crollato sui mercati valutari.
Mentre tutti gli altri paesi dell’Unione hanno rifiutato il diktat sostenendo che costituisca una violazione contrattuale, l’Ungheria ha deciso di rompere i ranghi. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha chiarito che l’Europa non deve parlare con una sola voce: «La volontà della Commissione europea di avere una risposta comune dai paesi importatori non ci sembra necessaria». Ciò in quanto l’approvvigionamento di gas «dipende da contratti bilaterali». E l’Ungheria «sta lavorando a una soluzione tecnica per pagare le forniture di gas russo in rubli». Secondo quanto riporta la Tass, rispondendo a una domanda sul pagamento del gas in rubli, il ministro Szijjarto ha detto che il suo paese dovrà adempiere «il suo primo obbligo di pagamento a Gazprom» alla fine di maggio, si sta elaborando una soluzione tecnica ed è sicuro degli approvvigionamenti russi.
Le nuove sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia prevedono di sospendere entro quattro mesi le importazioni di carbone dalla Russia, che coprono il 45% dell’approvvigionamento europeo. Ma su un eventuale stop a petrolio (25% degli acquisti dell’Ue) e gas (45%) i governi sono molto più prudenti.