Da tempo Finlandia e Svezia si interrogano sul loro ingresso nella Nato e adesso potrebbe presto diventare realtà. La guerra in Ucraina non ha fatto altro che accelerare i tempi. La Finlandia «prenderà una decisione entro poche settimane», ha annunciato il primo ministro di Helsinki Sanna Marin. E in Svezia filtrano, sui media locali, notizie circa la possibilità di una richiesta di adesione all’Alleanza atlantica entro giugno: «È un momento importante della storia, il paesaggio della sicurezza è cambiato e dobbiamo pensare alla sicurezza e alla pace».
Le procedure sembrano essere straordinariamente accelerate. Finlandia e Svezia non avevano in programma un’adesione a breve termine all’Alleanza Atlantica, che è l’organizzazione militare difensiva che raggruppa attualmente 30 Paesi tra cui Stati Uniti, Canada e molte nazioni europee. Di fronte all’invasione russa dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, sono cresciuti fortemente i timori che Mosca possa minacciare direttamente anche Helsinki e Stoccolma.
La Finlandia fino alla dissoluzione dell’Urss non avrebbe potuto entrare nella Nato. Anche più recentemente, i sondaggi mostravano scarso interesse dei finlandesi a unirsi all’Alleanza, con i sì fermi al 25%. Nell’ultimo mese, il consenso è arrivato al 70%, anche nelle forze politiche. In Svezia, rimane molta più cautela.
Per l’adesione di un nuovo Paese, vi sono sostanzialmente due condizioni. Il Paese candidato deve essere uno Stato europeo e vi deve essere l’unanimità dei Paesi già membri. Queste regole risalgono alla fondazione della Nato nel 1949. L’Alleanza ha lo scopo di difesa reciproca. Alla sua nascita, era finalizzata a contenere la minaccia del blocco comunista sovietico. Nel tempo la sua azione si è estesa anche a situazioni di protezione di popolazioni sotto attacco, come nella ex Jugoslavia o in Libia.
La Russia fin dai primi giorni di guerra in Ucraina ha minacciato Finlandia e Svezia davanti alla loro volontà di aderire alla Nato. L’ingresso della Finlandia nell’Alleanza farebbe arrivare la Nato ai confini russi per un’estensione molto più vasta dell’attuale e costringerebbe Mosca, dal suo punto di vista, a presidiare militarmente una lunga frontiera con relativi costi. L’ostilità del Cremlino sembra però dovuta soprattutto a un motivo politico-strategico: l’idea dell’accerchiamento da parte del fronte americano-occidentale, proprio quello che Putin voleva evitare impedendo l’ingresso nella Nato dell’Ucraina. Sembra infatti improbabile che Mosca voglia annettersi la Finlandia e tanto meno la Svezia.
In ogni caso, come ulteriore minaccia, la Russia ha annunciato di essere pronta a spostare armamenti nucleari verso il confine finlandese. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha messo in guardia Helsinki e Stoccolma: «Aderire alla Nato non porterà più stabilità all’Europa». Ci sono stati attacchi cibernetici contro i siti web delle istituzioni finlandesi e violazioni dello spazio aereo finlandese da parte di velivoli russi non autorizzati. Questi sono elementi di pressione e intimidazione che possono continuare e aggravarsi, come lo spostamento delle truppe russe verso il confine finlandese. Detto ciò è molto difficile che la Russia vada oltre, anche perché le forze armate russe sono già pesantemente impegnate in Ucraina.
L’estensione del conflitto è stata, è e continuerà a essere molto improbabile. La Nato assicura la difesa degli Stati membri e quindi dissuade da qualsiasi attacco russo in Polonia, nei Paesi baltici o in Romania. La stessa Russia non ha interesse a estendere il conflitto con i Paesi Nato, visto che ha già grandi difficoltà a piegare la resistenza ucraina. Intanto gli ucraini stanno riuscendo a difendersi dall’aggressione con un supporto militare occidentale limitato. Tutto ciò non cambierebbe con la domanda d’ingresso di Svezia e Finlandia, che certo preoccuperebbe Putin ma non abbastanza da spingerlo a estendere il conflitto al di fuori dei confini ucraini.