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Astensionismo, il governo ci prova con l’election pass

È una proposta della commissione parlamentare dedicata per combattere un fenomeno sempre più dilagante. Si tratta di un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee

Redazione di Redazione
Aprile 16, 2022
in Politica
Tempo di lettura: 2 mins read
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Astensionismo, il governo ci prova con l’election pass

Il torpore decennale che ha visto le istituzioni italiane ignorare beatamente il dilagare dell’astensionismo sembra aver trovato fine. Dopo tre mesi di lavoro e una serie di interlocuzioni preliminari con le forze politiche la commissione sull’astensionismo istituita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha presentato un Libro bianco sulle cause del calo di affluenza alle urne.

E ha proposto anche delle soluzioni: l’election pass e un doppio election day. Mutuando l’esperienza del Green pass, l’idea è quella di procedere alla digitalizzazione della tessera e delle liste elettorali e alla concentrazione delle scadenze elettorali in due soli appuntamenti annuali. Grazie all’election pass, donne e uomini italiani potranno votare ovunque. Ovunque e in anticipo. Infatti chi si trova fuori sede o in difficoltà a raggiungere il seggio, potrà votare prima negli uffici postali o in altri luoghi pubblici, tanto basta un app. Una sorta di voto postale all’americana, per intenderci.

L’election pass sarebbe un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee: potrà essere scaricato sul proprio smartphone o stampato e sarà verificato in tempo reale al seggio attraverso una apposita app: i cittadini non dovranno più preoccuparsi dello smarrimento della loro tessera elettorale, né di rinnovarla una volta esaurita. Ma la testata tecnologia del Green pass non è esente da frodi. Se già questo inverno esistevano i Green pass falsi a nome di Topolino e Hitler, come pensano di poter gestire i possibili brogli?

La discussione sul voto a distanza per combattere l’astensionismo va avanti da tempo. Compreso il problema degli italiani all’estero, lavoratori e studenti, che ogni volta sotto elezioni non riescono a raggiungere il proprio seggio perché impossibilitati a rientrare in Italia. Un problema che, secondo i dati Istat, riguarda quasi tre milioni persone. Negli anni si è poi verificata anche una sempre maggiore riduzione della partecipazione. Alle prime votazioni della Repubblica, nel 1948, andarono a votare il 92,2% degli aventi diritto. Alle ultime politiche, nel 2018, il 72,9%. Fino alle Europee del 2019 quando alle urne si presentò meno del 55% degli elettori. Una disfatta.

È infatti evidente come il rapporto fra cittadini e politica si sia deteriorato. In primo luogo per leggi elettorali poco rappresentative, che non permettono a tutti gli italiani di trovare voce nel Parlamento. In secondo per il ruolo dei partiti. Ormai svuotati di ogni contatto con il basso, sembrano andare avanti solamente grazie a costose campagne comunicative. Inseguendo l’ultimo problema in tendenza. Da non tralasciare anche il ruolo dei rappresentanti, che una volta eletti dimenticano di dover parlare a nome di tutti i cittadini e non solo delle proprie fila di votanti. Ammesso che poi spesso, si dimenticano anche di loro. In generale la democrazia vive una profonda crisi ormai da tempo, e non per il disinteresse dei cittadini, ma per l’abbandono volontario delle istituzioni.

Tags: AstensionismoElection DayElection passFederico D'Incà
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© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
PICKLINE è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 89 del 22/05/2018
Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
Mail: redazione@pickline.it

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