Quelle che venivano definite «rare e lievi», riferendosi alle miocarditi da vaccino, sono state riscontrate in numeri sempre crescenti soprattutto tra i giovani. La narrazione ufficiale su virus e vaccini comincia a scricchiolare. E un ulteriore nuovo studio condotto su dati raccolti in Israele – appena pubblicato su Nature e ripreso da La Verità – evidenzia «un aumento di oltre il 25% di chiamate d’emergenza per arresti cardiaci e sindromi coronariche acute, in persone tra i 16 e i 40 anni e in concomitanza con le somministrazioni di prime e seconde dosi». Le miocarditi asintomatiche, ad esempio, provocano morti improvvise per arresto cardiaco nei giovani. Altre volte, vengono confuse proprio con le sindromi coronariche acute.
Lo studio è stato ritenuto esente da revisione da parte del Massachusetts Institute of Technology Institutional Review Board (E-3300) ed è stato anche approvato anche dal comitato di ricerca dell’IEMS (Israel National Emergency Medical Services). Gli scienziati di Boston e Tel Aviv non hanno potuto accertare se i pazienti assistiti avessero il Covid o si fossero sottoposti solo alla puntura del vaccino a mRna. I risultati, tuttavia, alimenterebbero comunque qualche sospetto. Infatti, l’incremento di problemi cardiaci, gravi e meno gravi, registrato tra gennaio e giugno 2021, rispetto al 2019 e al 2020, è «significativamente associato ai tassi di prime e seconde dosi di vaccino». In Israele, certo, il fenomeno potrebbe essere stato accentuato dalla minore età media (30,4 anni contro i 46,5 italiani). In ogni caso, anche qui, «alcuni casi potenzialmente rilevanti – denuncia lo studio – potrebbero non essere stati pienamente investigati».
L’analisi uscita su Nature compara il periodo precedente alla comparsa del Sars-Cov-2 (gennaio 2019-febbraio 2020), i mesi di pandemia senza vaccini, da marzo a dicembre 2020, e quelli in cui l’avanzata del virus è corsa in parallelo con la campagna vaccinale (gennaio-giugno 2021). Si è notato un «aumento statisticamente significativo, di più del 25%», sia nelle chiamate d’emergenza per arresti cardiaci, sia in quelle per sindromi coronariche acute. L’incremento ha riguardato maschi e femmine tra 16 e 39 anni, benché, tra le seconde, sia stato ancor più consistente: +31,4% per arresti cardiaci, +40,8% per sindromi coronariche acute.
Osservando le cifre, ci si rende conto che «accresciuti tassi di vaccinazione nel rispettivo gruppo d’età sono associati ad accresciuti numeri nei conteggi settimanali delle chiamate per arresti cardiaci e sindromi coronariche acute». In sintesi: più iniezioni, più patologie cardiache. Invece, «il modello non ha individuato un’associazione statisticamente significativa tra i tassi d’infezione da Covid-19 e le telefonate ai soccorsi». La maggior frequenza di chiamate, da gennaio 2021, «segue strettamente alla somministrazione della seconda dose dei vaccini», mentre un ulteriore aumento, registrato da aprile di un anno fa, «sembra tenere dietro a un incremento delle vaccinazioni con singola dose ai guariti».
Resterebbe da stabilire se gli eventi infausti, censiti in Israele, debbano essere interpretati come nuove manifestazioni avverse correlate alle vaccinazioni, o se si tratti degli strascichi delle già rilevate miocarditi e pericarditi. L’ipotesi formulata dallo studio di Nature è che l’incidenza di arresti cardiaci e sindromi coronariche acute sia «coerente con la nota relazione causale tra vaccini a mRna» e quelle patologie.