Elisabeth Borne è la nuova premier francese. Dopo settimane di indiscrezioni, Emmanuel Macron ha scelto l’attuale ministro del Lavoro, sessantuno anni, per guidare il nuovo governo che inaugura il secondo mandato all’Eliseo. È la prima donna nominata dalle dimissioni di Edith Cresson nel 1992, unico precedente della Quinta Repubblica.
La decisione è arrivata poche ore prima che il primo ministro uscente Jean Castex presentasse le proprie dimissioni. Il presidente aveva già evocato la possibilità di nominare una premier nel 2017, a testimonianza della sua attenzione alla parità nei sessi nei posti di responsabilità. Stavolta la promessa è mantenuta. Borne ha un lungo passato di militanza nel Partito Socialista francese, ma da alcuni anni fa parte del partito di Macron (La République en Marche, che da pochi giorni ha cambiato nome in Renaissance). Prima di essere nominata ministra del Lavoro da Castex, era stata ministra dei Trasporti e poi ministra della Transizione ecologica e solidale nei due governi di Édouard Philippe.
«Dedico questa nomina a tutte le ragazzine: inseguite i vostri sogni, niente deve fermare la lotta per il ruolo delle donne nella società», sono le prime parole della premier. Nata a Parigi il 18 aprile 1961, Borne è figlia di un ebreo russo, con un passato nella Resistenza francese, e di una farmacista della regione del Calvados. Ingegnere civile, si è avvicinata alla politica fin dai primi anni novanta, come consigliere dei ministri socialisti Lionel Jospin e Jack Lang. Nel 2002 è diventata direttrice della strategia delle Ferrovie nazionali francesi (Sncf). È stata anche prefetto della regione Poitou Charente, capo gabinetto del ministro dell’Ecologia Segolene Royale e presidente dei trasporti urbani di Parigi (Ratp), dal 2015 al 2017.
La nomina di Borne arriva in piena campagna per le elezioni legislative del 12 e 19 giugno, e tra qualche giorno il suo governo entrerà in un periodo di sospensione di fatto, dedicandosi solo agli affari correnti, prima del voto e della formazione della maggioranza in Parlamento. Se le elezioni dovessero dare il successo al partito di Macron, la premier Borne dovrà occuparsi subito della legge sul potere d’acquisto molto attesa dai francesi, colpiti dall’inflazione, e poi di quella che Le Figaro definisce “la madre di tutte le battaglie”, ovvero la riforma delle pensioni. Nel caso di una clamorosa sconfitta, il governo cadrà e dovrà essere nominato un nuovo premier.