A dieci giorni dalla nascita della nuova creatura politica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, i sondaggi politici di Ipsos illustrati da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dicono che Insieme per il Futuro parte con il 2,3%. Mentre il Partito Democratico è primo nelle rilevazioni seguito da Fratelli d’Italia. Per ora sono più gli elogi, che la buona stampa draghiana non ha fatto mancare a Luigi Di Maio, che i voti.
Urne virtuali, s’intende, visto che di andare alle elezioni per ora non se ne parla. Almeno fino a lunedì, quando è previsto un incontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte dopo le liti e le incomprensioni di questi giorni. Il leader del M5S non esclude di strappare e mettersi all’opposizione. Eventualità che farebbe chiudere la partita del governo e della legislatura. Il problema è che quasi nessun partito è intenzionato ad andare al voto.
E la tornata delle amministrative lo ha dimostrato ampiamente: nessuno, né il centrodestra né il centrosinistra, si può dichiarare vero vincitore. Il Pd ha perso sindaci rispetto a cinque anni fa e il “campo largo” con il M5s non è riuscito a decollare, il centrodestra diviso si è fatto strappare città simbolo come Verona e Catanzaro. A vincere è stata, piuttosto, l’astensione.
Ma se si andasse domani alle elezioni, come voterebbero gli italiani? A perdere più di tutti sarebbe il Movimento 5 Stelle, che si attesta al 12,1% con un calo dell’1,6% dopo l’uscita di Di Maio. Insieme per il futuro non va, però, oltre il 2,3%, una percentuale molto vicina a quella di molti altri partiti che affollano il centro: Italia Viva di Matteo Renzi (2%), Azione di Carlo Calenda (3,8%), Verdi (2,4%).
A sinistra può dirsi in parte soddisfatto Enrico Letta. Con il 20,8% il suo Pd risulta il primo partito, anche se di poco. E soprattutto perde qualche punto percentuale rispetto alle precedenti rilevazioni. Decisamente più indietro Sinistra Italiana (1,8%) e Articolo Uno (1,2%). Mettendo insieme l’intero campo largo, sempre che ci si riesca davvero visto che Calenda non sembra interessato ad accordi con Conte e Di Maio, si fermerebbe al 46,4% dei voti.
Abbastanza per superare il centrodestra dermo al 44,8%. Fratelli d’Italia, stimata al 20%, perde un punto percentuale rispetto all’ultimo sondaggio di Ipsos. Forza Italia cresce dell’1,5%, arrivando quasi al 10%. Mentre la Lega prosegue la sua discesa libera fino al 15%. La somma delle forze di centrodestra non sono abbastanza per superare il “campo largo”, ma sarebbero sufficienti ad ottenere la vittoria in una più probabile sfida col centrosinistra (32%) o con l’alleanza giallo-rossa (35,9%). Sempre che Salvini, Meloni e Berlusconi riescano a superare i dissapori personali. Azione e +Europa, insieme, arrivano al 3,8% (+0,5%), mentre Italexit è al 4%. La quota di astenuti e indecisi è in aumento: raggiunge il 42,5%, il livello più alto negli ultimi due anni.