Un anno fa il premier Mario Draghi lo definiva «un dittatore» con il quale occorre «cooperare». Oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan rappresenta una risorsa importante per uscire dalla crisi alimentare e del gas sullo sfondo della guerra in Ucraina. E così il premier è volato ad Ankara con i suoi ministri e ha siglato nove accordi tra Italia e Turchia nell’ambito del vertice intergovernativo di Ankara.
«Italia e Turchia sono partner, amici, alleati». Nel vertice è stata ribadita «la volontà comune di rafforzare la collaborazione», ha detto Draghi nella conferenza stampa a margine dell’incontro. «C’è la volontà comune di rafforzare la partnership tra Italia e Turchia, i due paesi lavorano insieme per una pace stabile e duratura», ha affermato il Presidente del Consiglio, aggiungendo che «Italia e Turchia sono unite sulla guerra in Ucraina e sul sostegno a Kiev. Entrambi cerchiamo la pace».
İtalya Başbakanı Mario Draghi ile Anlaşmaların İmza Töreni ve Ortak Basın Toplantısıhttps://t.co/37UbR3TyVW
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) July 5, 2022
L’Italia ha bisogno di un partner come la Turchia per affrontare nodi cruciali: dai migranti alla Libia, passando per la crisi del grano. Draghi ha auspicato un rapido sblocco del trasporto delle derrate alimentari, mentre Erdogan ha detto di sperare in «un risultato tra 10 giorni», alla luce dei negoziati in corso. «Al momento non abbiamo una crisi su questo ma in Africa c’è un grandissimo problema. Per questo speriamo ci sia un accordo – ha affermato – anche sotto l’ombrello Onu». «Il gruppo di lavoro in cui la Turchia ha un ruolo centrale deve garantire che non ci siano attacchi russi e che le navi non portino armi. Nazione Unite e Ucraina ci sono, si sta aspettando l’adesione del Cremlino», ha fatto eco Draghi. Se questo accordo dovesse effettivamente vedere la luce, avrebbe «un importantissimo valore strategico» perché «nel complesso degli sforzi per la pace sarebbe un primo atto di concordia, un primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolgerci tutti perché ne va della vita di milioni di persone nelle aree più povere del mondo», ha detto il premier italiano.
Le relazioni economico-commerciali non si limitano all’interscambio commerciale: gli investimenti diretti italiani in Turchia ammontano a circa 6 miliardi di dollari e, secondo i dati del ministero del Commercio turco, le aziende con capitale proveniente dall’Italia in Turchia sono oltre 1.500. Il paese è anche un importante partner energetico per l’Italia: il gasdotto Tanap (Trans-Anatolian Pipeline), che lo attraversa da est a ovest per poi collegarsi con la Tap, rappresenta la terza rotta di approvvigionamento di gas per l’Italia dopo i flussi dall’Algeria e dalla Russia, con volumi in aumento del +62,5%.
Al centro del colloquio c’è stata anche la gestione dell’immigrazione che, a detta di Draghi, dev’essere «umana, equa ed efficace». Tuttavia il premier ha evidenziato la pressione che il fenomeno esercita sull’Italia. «Noi cerchiamo di salvare vite umane – ha premesso – ma occorre anche capire che un paese che accoglie non ce la fa più». Ha proseguito spiegando che il problema è stato posto dal ministro Lamorgese in Europa, e che «lo diremo alla Grecia quando la incontreremo. Forse noi siamo il paese meno discriminante e aperto, ma anche noi abbiamo limiti e ora ci siamo arrivati». Anche il presidente Erdogan ha riconosciuto «la minaccia per l’Italia» che rappresenta la questione migratoria. Minaccia che a suo dire sarebbe in parte responsabilità della Grecia, accusata da Erdogan di respingere i migranti nell’Egeo.
I due governi sono al lavoro per rendere più regolare e strutturato il dialogo su questo tema. Dopo le frizioni diplomatiche seguite alla conferenza stampa in cui Draghi disse che «con i dittatori bisogna essere franchi ma cooperare», nell’aprile del 2021, il premier italiano e Erdogan hanno avuto numerosi contatti. «Gli accordi che abbiamo firmato interessano molti settori, dalle piccole e medie imprese alla sostenibilità, che rimane l’obiettivo di lungo termine del governo. In autunno – prosegue il premier – si terrà la terza riunione della Commissione sulle attività economiche e commerciali che ci permetterà di proseguire ancora su questa strada».