Nessuna parola sull’attuale fase della pandemia, e nemmeno il minimo accenno alla sanità e a tutti i suoi problemi. Nel primo discorso di Giorgia Meloni alla Camera ci sono tante frasi ancora ferme alla campagna elettorale ma nessuna indicazione su cosa si deve fare adesso per fronteggiare il Covid. La campagna vaccinale andrà avanti? In che modo? Si continueranno a comunicare i dati? Niente di questo viene spiegato. Pure sull’obbligo vaccinale al personale sanitario, che scade a fine anno, non è arrivata una indicazione precisa. Meloni ha parlato però di fine della coercizione, quindi sarà difficile che venga confermato nel 2023.
«Il Covid è entrato nelle nostre vite quasi tre anni fa e ha portato alla morte di oltre 177 mila persone in Italia. Se siamo usciti dall’emergenza è merito soprattutto del personale sanitario». Oltre a medici e infermieri, Meloni ha voluto ringraziare «i lavoratori dei servizi essenziali che non si sono mai fermati e alla straordinaria realtà del nostro terzo settore». Ma dice anche che non si può escludere una nuova ondata o altre pandemie e per questo bisogna farsi trovare pronti: «Purtroppo non possiamo escludere l’insorgere di una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti».
Poi l’affondo sui governi che l’hanno preceduta: «Abbiamo messo le misure più restrittive dell’intero occidente, limitato le libertà fondamentali di persone e attività economiche ma siamo tra gli Stati occidentali peggiori per mortalità e contagi. Qualcosa non ha funzionato. Non replicheremo quel modello. Preferiamo la prevenzione e la responsabilizzazione alla coercizione». La chiusura del breve discorso sulla pandemia è sui «burocrati che hanno fatto le linee guida», che andrebbero sostituiti da «i medici che lavorano sul campo». Si vedrà quindi se il nuovo ministro Orazio Schillaci cambierà i tecnici a supporto del ministero e pure i dirigenti che si occupano di dare le indicazioni sulla gestione della sanità. Infine c’è un accenno alla commissione di inchiesta sulla pandemia, comunque non citata esplicitamente. «Bisogna fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi. Da una parte ci sono professionisti che non si sono risparmiati dall’altra persone che hanno fatto affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori».
Ma il governo Meloni e il ministro Schillaci sono già in ritardo per togliere obblighi e restrizioni, a cominciare dall’obbligo vaccinale per i sanitari e del Green pass per le Rsa e le visite ospedaliere. Basterebbe una semplice ordinanza ad annullare anche l’isolamento dei positivi e tutti i provvedimenti pecuniari a carico delle categorie costrette all’obbligo vaccinale e di provvedere al reintegro immediato dei sospesi dal lavoro, con particolare riferimento al personale medico e sanitario, insieme al pagamento di tutti gli stipendi arretrati.