L’incidenza delle infezioni da Covid aumenta di pari passo con il numero di vaccinazioni effettuate. Dando un’occhiata all’ultimo report dell’Iss, i numeri ci dicono che il tasso di positività è maggiore in chi ha effettuato il booster rispetto a chi lo ha rifiutato. In particolare, nella fascia 60-79 anni, i contagi sono più frequenti tra chi si è fermato a due punture, mentre scendendo ad analizzare la popolazione in età 12-39 anni e 40-59 anni il maggior numero di casi di positività vengono registrati tra chi ha ricevuto tre dosi.
Dati, quelli del nostro Paese, perfettamente in linea con quelli registrati altrove, come per esempio negli Stati Uniti. Ma, a differenza dell’istituto italiano, i ricercatori stranieri si interrogano. Uno studio Usa ribadisce che le infezioni sono più frequenti tra chi ha tre dosi rispetto ai soggetti con meno richiami, anche tra i giovani. Dalle nostre parti, invece, si continua a non discutere apertamente del problema. I vaccini restano “sacri” agli occhi di molti esperti e politici, metterne in discussione efficacia e sicurezza è ancora oggi un tabù.
Uno studio condotto sul nuovo vaccino bivalente Omicron monitorando, fino al 12 dicembre 2022, un campione di 50 mila impiegati della Cleveland Clinic, in Ohio, ha confermato il rapporto tra somministrazioni e aumento della positività. Lo studio, riportato da Alessandro Rico in un articolo pubblicato su La Verità, ha dato un risultato sorprendente per gli stessi autori: «Maggiore è il numero di dosi di vaccino precedentemente ricevute, maggiore è il rischio di contrarre il Covid». I cinque scienziati autori della ricerca hanno sottolineato come la maggior parte dei soggetti osservati era composta da «giovani, tutti candidati ad aver ricevuto almeno tre dosi».
Sempre sulle pagine della Verità, il professor Mariano Bizzarri aveva ipotizzato, nei giorni scorsi, che «il continuo richiamo vaccinale ha verosimilmente compromesso in tanti casi il sistema immunitario», insieme alle «misure di protezione fisica (lockdown e mascherina)». Se fosse così, qualcuno dovrebbe chiedere scusa. O quantomeno sarebbe auspicabile indagare più a fondo il fenomeno, per capire cosa stia davvero succedendo alla popolazione di tutto il mondo. Ma in Italia anche solo porre il problema non è ancora cosa lecita.