Il Canada ha sborsato quasi 3 milioni di dollari a chi ha riportato dei danni gravi e permanenti a causa del vaccino contro il Covid-19. Il Paese ha liquidato 50 richieste di risarcimento, ma ad accusare disturbi neurologici, con ricovero o postumi permanenti, è stata una persona ogni 10.000 abitanti. Programmi di rimborso sono attivi in Australia, Singapore, Regno Unito, Svezia.
Le richieste accolte, finora, come riportato da La Verità, sono state 50 su un totale di 1.299 presentate tra giugno 2021 e 1 dicembre 2022. Delle restanti 209 sono state dichiarate inammissibili perché non soddisfacevano i criteri di ammissibilità o contenevano informazioni incomplete, mentre altre 48 sono in attesa di valutazione del comitato di revisione medica e altre 662 sono in fase di raccolta delle cartelle cliniche. Il processo per stabilire se i pazienti ne hanno diritto o meno è piuttosto lungo, dai 12 ai 18 mesi.
Le persone che possono ottenere il risarcimento, in particolare, sono quelle che hanno subito «una lesione grave, pericolosa per la vita o che altera la vita e/o che può richiedere il ricovero in ospedale di persona o un prolungamento di un ricovero esistente e che si traduce in disabilità o incapacità persistente o significativa o dove l’esito è malformazione congenita o morte».
Il Canada, ad ogni modo, non è l’unico Paese che sta offrendo un risarcimento danni a chi ha riportato danni gravi dal vaccino contro il Covid-19, seppure non sia chiaro quanto abbia ricevuto ogni persona la cui richiesta è stata approvata nonché a quale siero si riferisse la richiesta. Tra quelli che si stanno muovendo nella stessa direzione c’è, ad esempio, l’Australia, che ha messo a disposizione una cifra tra i 1.000 a 15.999,99 dollari per i cittadini che sono stati ricoverati in ospedale almeno per una notte o che hanno subito danni lievi comunque inabilitanti al lavoro e nelle faccende domestiche; fino a 19.999,99 dollari per coloro che hanno perso più giorni o hanno avuto reazioni maggiormente dolorose; dai 16.000 ai 20.000 dollari per coloro che hanno subito eventi più gravi.
Al contempo, però, ci sono anche dei Paesi in cui il programma di risarcimento non è invece partito in modo sostanzioso. L’Italia, in tal senso, è tra quelli che stanno procedendo in modo più lento.