In Australia, un’importante causa collettiva per lesioni da vaccino Covid-19 è stata presentata contro il governo nazionale e l’ente regolatore dei farmaci. L’azione legale conta 500 membri, tra cui tre ricorrenti, e punta a far ottenere un risarcimento a coloro che sono stati presumibilmente danneggiati o che hanno subito un lutto a causa del vaccino contro il Covid-19. È la prima volta che accade. Un precedente che può essere ripreso da più parti.
L’Australia durante la pandemia ha attuato una fallimentare strategia “Zero Covid”, con prolungatissimi e ripetuti lockdown. Finora il Programma di risarcimento federale per i danni da Vaccino ha già pagato 7,3 milioni di dollari a 137 persone, ma a fronte di ben 3.501 richieste di risarcimento.
Nella class action, che è stata depositata presso la Corte Federale del Nuovo Galles del Sud, si accusano il governo federale, la Therapeutic Goods Administration (TGA) e il Dipartimento della Salute di negligenza nell’approvazione e nel monitoraggio dei vaccini Covid-19, di violazione degli obblighi di legge e di abuso di ufficio pubblico. Stando a quanto riferisce l’accusa, gli imputati avrebbero approvato le politiche vaccinali «senza alcuna base probatoria o logica adeguata o ragionevole per determinare ragionevolmente che i vaccini siano sicuri, efficaci e in possesso di un profilo rischio-beneficio positivo».
L’azione sosterrà che la Therapeutic Goods Administration non ha adempiuto al proprio dovere di regolamentare adeguatamente i vaccini Covid-19, con conseguenti danni e danni considerevoli per gli australiani. Frattanto, un medico di base australiano, Melissa McCann, ha raccolto con una campagna di crowfunding più di centomila dollari per sostenere l’azione legale. «Queste persone, danneggiate o a lutto, hanno subito perdite, sofferenza e dolore», ha twittato la dottoressa McCann, che ha puntato il dito contro la «manipolazione psicologica» e il «silenzio» che li avrebbero fatti sentire «abbandonati», nonché contro il sistema di indennizzo esistente, reputato «non adatto allo scopo».
Nello specifico i ricorrenti sono tre, come leggiamo su L’indipendente, tutti individui danneggiati dal vaccino: il primo è il 41enne Gareth O’Gradie, che dopo la prima vaccinazione con Pfizer ha sviluppato una grave pericardite, sicché ha dovuto subire un intervento a cuore aperto per rimuovere il sacco pericardico che riveste il cuore; poi c’è il caso di Antonio Derose, di 66 anni, che ha sviluppato un’encefalomielite, ovvero una infiammazione del cervello e del midollo spinale, in seguito al vaccino AstraZeneca; infine Anthony Rose, di 47 anni che lamenta gravi disturbi cognitivi e stanchezza cronica in seguito alla vaccinazione Moderna.