Il governo Meloni è pronto ad intervenire sulle concessioni balneari. Dopo i rilievi del presidente della Repubblica, il ddl concorrenza finisce anche sotto la lente della Commissione Ue. E nonostante i malumori che serpeggiano nella maggioranza, la presidente del consiglio Giorgia Meloni rimette i dossier sul tavolo. La trattativa è serrata: entro il 16 gennaio va chiuso l’accordo sulle concessioni balneari. Pena il rischio che la corte di giustizia europea apra una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione della direttiva Bolkestein sulla concorrenza.
«L’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato», assicura la premier Meloni. Il riferimento è alle osservazioni evidenziate qualche giorno fa dal capo dello Stato nel promulgare la legge sulla concorrenza. Un monito cui si aggiunge ora anche l’avvertimento di Bruxelles: la Commissione europea fa sapere che «analizzerà attentamente il disegno di legge sulla concorrenza sia sugli ambulanti che sulle concessioni balneari e su questi due temi porterà avanti il dialogo bilaterale con le autorità italiane».
Aumentare il numero di spiagge in concessione e rimettere in gara anche quelle già in gestione, garantendo però una corsia preferenziale e delle possibili forme di compensazione dei costi affrontati per gli investimenti agli attuali titolari. Sono queste le direttrici sulle quali il governo intende muoversi nella trattativa con la Commissione Europea, che chiede con forza che venga finalmente applicata la direttiva Bolkestein nella regolamentazione dei litorali italiani.
Per quanto riguarda le concessioni balneari, ha detto nella conferenza stampa di fine anno Giorgia Meloni, «il governo ha iniziato un lavoro mai fatto prima con la mappatura, per verificare il principio della scarsità del bene, richiesto per applicare la Bolkenstein. Curiosamente in tutti gli anni nessuno ha ritenuto di farlo». Ma è davvero così? No, secondo Il Sole24ore «per le concessioni balneari esiste già dal 1993 uno specifico portale istituzionale, il Sid (Sistema informativo demanio-Portale del mare) gestito dal ministero delle Infrastrutture» e c’è fin dal 2010 «l’obbligo di comunicazione annuale al Dipartimento del Tesoro, da parte delle pubbliche Amministrazioni, dei dati relativi ai beni dati in concessione». Obbligo ribadito dal «DM 19/11/2015, a firma congiunta del Ministero delle Finanze e Ministero delle Infrastrutture» che «prevede che a partire dallo 01/01/2017, non sarà più possibile per le pubbliche Amministrazioni richiedere i pagamenti del canone demaniale se non col modello “F24 ELIDE” generato direttamente dal SID».