Tutto come previsto in Francia: primo Consiglio dei ministri della nuova legislatura, ultimo per il governo Attal ancora in carica. Il presidente Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni del premier Gabriel Attal ed ha lasciato in carica il governo solo “per gli affari correnti”, facendo intendere che la situazione dovrebbe ragionevolmente protrarsi alcune settimane, fino alla fine delle Olimpiadi di Parigi 2024 almeno. Inizia così la 17esima legislatura dell’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento, dopo lo scioglimento del 9 giugno deciso dal presidente Emmanuel Macron a seguito dei risultati delle europee e la convocazione di elezioni legislative anticipate.
Non c’è una maggioranza, non c’è un nuovo governo. Quello uscente è incaricato di gestire solo gli affari correnti. Dai risultati delle legislative non è emersa alcuna maggioranza assoluta, nonostante la vittoria a sorpresa della coalizione di sinistra.
La nuova Assemblea Nazionale è suddivisa in tre grandi blocchi politici contrapposti tra loro ed è una situazione inedita per la Quinta Repubblica, iniziata alla fine degli anni Cinquanta con l’approvazione della settima Costituzione repubblicana, quella in vigore ancora oggi: c’è il Nuovo Fronte Popolare (sinistra con 182 deputati), c’è la coalizione Ensemble di Macron (centrsta con 168 deputati) e c’è l’estrema destra del Rassemblement National e dei suoi alleati (143 deputati).
A ciascun blocco manca almeno un centinaio di seggi per arrivare alla maggioranza, cosa che di fatto rende improbabile l’approvazione di leggi tramite la ricerca di volta in volta di un sostegno esterno (o dell’astensione) di un partito minore di opposizione. Le possibilità di stabilità di un futuro governo sono insomma molto scarse, a meno che non si riesca a formare una coalizione larga: ipotesi che sembra essere, per ora, molto lontana.
Non si sa quando Macron nominerà un nuovo primo ministro. Solo lui ha il potere di farlo, ma non ha né l’obbligo di scegliere tra gruppo che ha ottenuto più seggi all’Assemblea Nazionale (la coalizione della sinistra, in questo caso), né un limite di tempo. Il presidente sembra non avere fretta, dice Le Monde, preferendo contare per ora su un governo dimissionario che potrebbe restare in carica almeno fino alla fine delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi che inizieranno il prossimo 26 luglio a Parigi; forse addirittura fino all’apertura della prossima sessione ordinaria dell’Assemblea Nazionale, prevista per il 1° ottobre.
Un governo incaricato di occuparsi degli affari correnti, e dunque dimissionario, non può inoltre essere rovesciato da una mozione di sfiducia: resta da vedere se e quanto Macron deciderà di prolungare questa anomalia. Nessun testo giuridico regola quel che un governo dimissionario può o non può fare. Un governo responsabile della gestione degli affari correnti ha comunque poteri limitati e, in linea di principio, non può adottare misure di natura politica. Ma a causa dei pochi esempi passati non sarà semplice stabilire un confine tra ciò che è politico e ciò che non lo è.