A un mese dalle elezioni europee di giugno, si delineano nuovi scenari politici in Europa. Il gruppo che riunisce l’estrema destra, “Patrioti per l’Europa”, ha fatto il suo ingresso ufficiale al Parlamento europeo. L’iniziativa, promossa dal primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha visto l’adesione rapida di numerosi partiti nazionalisti europei uscenti da Identità & Democrazia come il Rassemblement National francese e la Lega italiana.
«Questa nuova fazione di destra mira ad essere una forza decisiva nel plasmare il futuro dell’Europa», ha dichiarato Zoltan Kovacs, portavoce del primo ministro ungherese Viktor Orbán. L’obiettivo di Orbán era quello di creare un unico grande gruppo di partiti nazionalisti europei, che avrebbe contato circa 200 deputati su 720. Il progetto non è riuscito a causa di divergenze e rivalità tra i vari partiti nazionalisti.
Il gruppo dei Patrioti per l’Europa è diventato, comunque, il terzo più numeroso del Parlamento europeo, dopo il Partito Popolare Europeo, di centrodestra, e i Socialisti, di centrosinistra. A certificarlo è il sito stesso dell’Eurocamera, aggiornato in seguito all’ufficializzazione dell’adesione di Rassemblement National, il partito di Bardella e Le Pen, e della Lega di Matteo Salvini. Con 84 eurodeputati, ha superato i Conservatori e Riformisti (78) guidati da Giorgia Meloni e Renew Europe (76), lo schieramento di orientamento liberale.
L’idea di fondare Patrioti per l’Europa era nata da un’alleanza tra Orbán, il leader del Partito della Libertà austriaco Herbert Kickl, a sua volta di estrema destra, e Andrej Babis, l’ex primo ministro della Repubblica Ceca, del partito populista Azione dei Cittadini Insoddisfatti. Prima della Lega e di RN la settimana scorsa avevano annunciato la loro adesione al gruppo il partito portoghese di estrema destra Chega, i partiti di estrema destra spagnolo, olandese e danese, nonché il belga Vlaams Belang. Con l’adesione della Lega e del Rassemblement National Patrioti per l’Europa ha in tutto 84 membri e si è quindi potuto formare ufficialmente, visto che per formare un gruppo è necessario raccogliere almeno 23 europarlamentari provenienti da sette diversi stati.
Con 84 eurodeputati, provenienti da 12 Paesi Ue, i Patrioti per l’Europa sono diventati il terzo gruppo più numeroso del Parlamento europeo. La nuova formazione di estrema destra ha scavalcato sia i liberali di Renew (76 eurodeputati) che i conservatori di Ecr (78 eurodeputati). A comporre la nuova famiglia politica europea di ultradestra ci sono 30 eurodeputati del Rassemblement National (Francia), 11 di Fidesz (Ungheria) e Partito Popolare Cristiano-Democratico (Ungheria), 8 della Lega (Italia), 7 del partito Ano (Repubblica Ceca), 2 di Giuramento e automobilisti (Repubblica Ceca), 6 dell’Fpo (Austria), 6 del Pvv (Paesi Bassi), 6 di Vox (Spagna), 3 del fiammingo Vlaams Belang, 3 di Chega (Portogallo), 1 del Partito Popolare Danese (Danimarca), 1 da La Voce della Ragione (Grecia) e 1 da Prima la Lettonia.
L’europarlamentare della Lega Roberto Vannacci è stato nomin ato come uno dei suoi sei vicepresidenti, mentre il presidente del partito francese di estrema destra Rassemblement National Jordan Bardella ne è stato nominato capogruppo. La prima vicepresidente di Patrioti per l’Europa è invece Kinga Gál del partito ungherese Fidesz, quello di Orbán. Le sei vicepresidenze, la carica di whip (analoga a quella di capogruppo nel parlamento italiano) e di tesoriere sono state distribuite in modo da coinvolgere la maggior parte dei partiti che hanno aderito al gruppo. Sono rimasti fuori solo due partiti minori cechi, uno lettone e uno greco, che hanno un solo europarlamentare ciascuno.
Pur rappresentando il terzo gruppo politico più numeroso a Strasburgo, è quasi impossibile che i Patrioti per l’Europa facciano parte della prossima maggioranza. Durante la conferenza stampa di presentazione del gruppo, i vicepresidenti hanno delineato le priorità della coalizione europea che ricalca i temi cari a Id: una politica rigorosa sull’immigrazione, una critica alle politiche del Green Deal e la difesa della sovranità degli Stati membri, incluso il diritto di veto. Kinga Gál, prima vicepresidente ungherese del gruppo, ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è preservare le radici giudaico-cristiane dell’Europa. Lavoreremo per la massima protezione delle frontiere esterne, opponendoci all’immigrazione irregolare e promuovendo un’Europa forte e competitiva».