L’annuncio arriva via Twitter: gli Stati Uniti si ritirano «dopo la vittoria al 100% sul Califfato». Ma adesso tocca all’Europa farsi carico dei suoi cittadini che hanno imbracciato le armi per combattere in Siria. «Gli Stati Uniti – twitta il presidente Trump – chiedono a Gran Bretagna, Francia, Germania e agli altri alleati europei di riprendere oltre 800 combattenti dell’Isis catturati in Siria e processarli. L’alternativa non è buona in quanto saremo costretti a rilasciarli».
….The U.S. does not want to watch as these ISIS fighters permeate Europe, which is where they are expected to go. We do so much, and spend so much – Time for others to step up and do the job that they are so capable of doing. We are pulling back after 100% Caliphate victory!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 17, 2019
«Gli Stati Uniti non vogliono guardare come questi combattenti dell’Isis entreranno in Europa, perché è lì che vorrebbero andare – ha detto l’inquilino della Casa Bianca sempre su Twitter -. Facciamo così tanto e spendiamo così tanto. Adesso è il momento che gli altri facciano un passo avanti e facciano ciò che sono così capaci di fare». Mentre il presidente Trump canta vittoria, però, i più critici osservano che lo stato islamico non è stato sconfitto e che il ritiro americano potrebbe portare a una sua rinascita, con gli alleati degli Stati Uniti nella regione non equipaggiati per gestire da soli la minaccia. In un’intervista alla Cnn Jospeh Votel, il generale alla guida del Comando centrale Usa (Centcom), si dichiara non d’accordo con la decisione di Trump di ritirare le truppe americane dalla Siria, sottolineando che l’Iran è la maggiore minaccia per la pace in Medio Oriente. «Non avrei suggerito al presidente il ritiro – dice Votel – eliminare il califfato non è abbastanza per la sconfitta dell’Isis».
Di fatto l’ultima roccaforte dell’Isis in Siria è caduta, ma le forze curdo-siriane appoggiate dalla coalizione a guida americana continuano a combattere. Nelle campagne della cittadina di Baghuz, tra l’Eufrate e il confine iracheno, l’esercito curdo continua la ricerca degli ultimi irriducibili jihadisti e dei civili tenuti in trappola. Nonostante questo, anche il vice presidente americano Mike Pence ha già proclamato la fine del Califfato, quasi a confermare quanto anticipato da Trump. «Mentre sono qui davanti a voi – ha detto Pence dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco – sul fiume Eufrate l’ultimo tratto di territorio dove una volta la bandiera nera dell’Isis sventolava è stato catturato». In realtà, le fonti militari curdo-siriane, che guidano le Forze democratiche siriane (Sdf) sostenute dagli Stati Uniti, si sono affannate a frenare ogni entusiasmo. «Le operazioni militari contro l’Isis non sono concluse, ma lo saranno presto», ha detto il comandante Ciya Firat.
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