Amy Coney Barrett. È lei la giudice che il presidente Usa Donald Trump ha scelto per sostituire la celebre giurista Ruth Bader Ginsburg, morta il 18 settembre dopo una lotta più che ventennale contro il tumore. Ora la sua nomina dovrà essere votata dal Senato. L’audizione di Barrett davanti alla commissione giustizia del Senato dovrebbe iniziare il 12 ottobre e i repubblicani dispongono dei voti per ratificare l’indicazione del presidente prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre.
«È la persona più qualificata per questo compito. Penso che il Senato la possa confermare rapidamente», ha detto il presidente Trump annunciando la sua candidatura. Trump ha lasciato intendere più volte di aver scelto Barrett per le sue posizioni molto conservatrici su alcuni dei temi più cari alla base Repubblicana come l’interruzione di gravidanza, il diritto di possedere armi e l’estensione del sistema sanitario nazionale.
La nomina di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema ha già innescato un aspro scontro tra repubblicani e democratici, ma anche un intenso dibattito sui media americani. «Sarò al servizio di tutti gli americani. I giudici non sono dei politici, non devono far valere le loro opinioni, ma applicare la legge così come è scritta», ha detto nel suo intervento alla cerimonia ufficiale dal Giardino delle Rose della Casa Bianca. Ma gli americani sanno che la sua nomina renderà ancora di più polarizzata la Corte Suprema, come d’altronde la società attuale. Con il baricentro spostato verso posizioni ultra conservatrici: su 9 giudici, il conto è di 6 giudici conservatori e 3 liberali.
Amy Coney Barrett, 48 anni, è magistrato della corte d’appello di Chicago ed ex assistente del defunto giudice conservatore della Corte Suprema Antonin Scalia. Nata a New Orleans, cresciuta in una famiglia numerosa, Amy di è laureta con il massimo dei voti alla Notre Dame Law School, nell’Indiana, dove è poi tornata come docente. A ventuno anni sposò Jesse Barrett, un avvocato con una lunga carriera da procuratore. I Barrett vivono a South Bend, in Indiana, e hanno sette figli: due di loro sono stati adottati ad Haiti.
Ha anche avuto esperienze da avvocato e giurista: fra il 1998 e il 1999 lavorò come collaboratrice per il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, morto nel 2o16 e considerato il più influente giudice conservatore dell’ultimo mezzo secolo. Nel 2017 l’amministrazione Trump la nominò giudice della Corte di Appello che ha giurisdizione su Illinois, Indiana e Wisconsin.
Barrett è anche una fervente cattolica, per diverso tempo impegnata in organizzazioni «pro life», come «The people of Praise». Sostiene da anni posizioni inflessibili contro l’aborto e contro i matrimoni tra omosessuali. È diventata un punto di riferimento del movimento «per la vita» che spinge per limitare il più possibile, a livello federale o nei singoli Stati, il diritto all’interruzione di gravidanza, sancito dalla storica sentenza della Corte Suprema, «Roe v. Wade», nel 1973.