Si tratta di un’infezione simultanea da influenza di tipo A o B e da coronavirus Sars-CoV-2. In pratica una persona risulta contagiata contemporaneamente da Covid-19 e influenza. Il termine Flurona è la crasi tra “flu”, influenza in inglese, e “corona”, contrazione di coronavirus. Non si tratta di un nome scientifico ma la parola è stata coniata il 30 dicembre scorso da un quotidiano israeliano, Ynet, che dava notizia di una donna incinta che aveva contratto i due virus contemporaneamente.
Il primo raro caso di infezione generata dalle contemporanea presenza di Covid e influenza è stato diagnosticato in Israele, su una giovane donna arrivata in travaglio al Rabin Medical Center di Petah Tikva, poco distante da Tel Aviv, che presentava sintomi simil-influenzali e non era stata vaccinata né contro l’influenza stagionale né contro il Covid-19. Altri due casi sono stati segnalati nei Balcani.
Benché si tratti al momento di pochi casi accertati, le infezioni non diagnosticate da Flurona potrebbero essere molte. Anche perché molto spesso è difficile distinguerne i sintomi: sia nel caso del Covid-19 che dell’influenza, la sintomatologia di base è comune, caratterizzata da tosse, febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari e simili. Nel caso della variante Omicron, i sintomi appaiono più leggeri con prevalenza di raffreddore e mal di gola, mentre perdita del gusto e dell’olfatto, particolarmente diffusi durante le prime ondate, sembrano meno frequenti. In linea generale, non è possibile distinguere semplicemente attraverso i sintomi tra Covid e influenza e l’unica possibilità di differenziazione è eseguire un apposito tampone.
Secondo alcuni studi, il 3% dei positivi al Covid convivrebbe anche con altre infezioni virali. Sono anche state documentate fin dall’inizio della pandemia coinfezioni tra Sars-CoV2 e altri virus respiratori tra cui rinovirus, enterovirus, influenza e altri coronavirus del raffreddore in circolazione. Il primo lavoro che ha documentato coinfezioni tra influenza e coronavirus è stato pubblicato da ricercatori cinesi su The Lancet il 25 marzo 2020. A inizio pandemia la coinfezione era stimata intorno al 12%: all’epoca non erano ancora utilizzate le mascherine dalla popolazione generale, che proteggono anche dall’influenza. Una volta diagnosticato Covid-19 con un tampone molecolare il paziente viene trattato per quella patologia e non è prassi indagare con un altro test molecolare per capire se è presente anche l’influenza o un altro virus respiratorio, che peraltro presentano sintomi sovrapponibili, pertanto moltissimi casi sfuggono al tracciamento.
Non è ancora chiaro se la doppia infezione possa causare una malattia più grave e come i due agenti virali interagiscono tra loro, anche se in genere un patogeno prevale sull’altro. È però verosimile che una coinfezione in un paziente fragile possa avere un decorso più complesso dal momento coesistono due azioni infiammatorie che possono causare problemi respiratori anche importanti. Non va dimenticato che in era pre pandemica ogni anno si registravano in Italia tra gli otto e i diecimila morti per complicanze dell’influenza.