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Le lunghe nuotate al mare o i tuffi in piscina possono favorire l’otite esterna. Il problema, tuttavia, non è l’acqua in sé, bensì gli elementi irritanti in essa contenuti. Sale e cloro provocano dermatiti che lesionano la pelle del condotto uditivo e possono favorire l’ingresso di funghi e batteri, provocando le otiti tipiche del periodo estivo. La dottoressa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia, ci aiuta a capire di cosa si tratta, come possiamo evitarle ed, eventualmente, trattarle.
Che cos’è l’otite esterna?
L’otite esterna è un’infezione di origine batterica del condotto uditivo esterno, che è la parte del canale uditivo che si estende dall’orecchio esterno al timpano. È comunemente nota come “otite del nuotatore” che, come dice il nome, riguarda soprattutto gli amanti degli sport acquatici. Tra i fattori di rischio più importanti c’è l’acqua che, ristagnando nell’orecchio, può provocare macerazione della pelle e proliferazione di batteri. Ma non solo. A causare l’infiammazione possono essere anche abitudini igieniche troppo scrupolose, con l’utilizzo scorretto dei bastoncini in cotone, che contribuiscono ad alterare la difesa naturale dell’orecchio.
Quali sono i sintomi?
L’otite esterna si presenta con un forte dolore all’orecchio che tende ad aumentare quando si stira o si schiaccia il padiglione auricolare. Al dolore può essere associato un prurito del canale uditivo accompagnato da arrossamento, gonfiore sull’orecchio esterno e dalla perdita di pus di colore verde-giallo, nei casi più gravi anche di sangue. In alcuni casi, quando il passaggio del suono viene bloccato da gonfiore o pus, si può presentare anche un abbassamento dell’udito.
Perché le otiti sono più frequenti in estate?
Durante l’estate, in cui non si hanno raffreddori e l’orecchio è ben ventilato e privo di muco, il contatto con l’acqua può essere problematico. Il sale e il cloro, infatti, a causa delle frequenti balneazioni, possono ristagnare e irritare la pelle, creando una dermatite del condotto uditivo esterno. Se si estende a strati più profondi, può portare a otite esterna. Il problema risiede nel fatto che, quando ci facciamo la doccia, non sciacquiamo nella maniera corretta il condotto uditivo esterno, come invece facciamo con il resto del corpo. Quando poi l’acqua evapora, rimangono cristalli di sale o residui di cloro che irritano la pelle e rompono lo strato corneo. In questo modo è più facilmente favorito l’ingresso di funghi e batteri che portano a infezioni e, di conseguenza, a otiti esterne batteriche o micotiche.
Come prevenire le otiti estive?
Per evitare l’insorgenza delle otiti estive è fondamentale risciacquare accuratamente il condotto uditivo. Per rimuovere residui di sale e cloro, sarà sufficiente utilizzare acqua dolce, senza disinfettanti particolari, asciugandosi al sole o con asciugacapelli, evitando asciugamani o cotton fioc che possono creare lesioni. Lo sfregamento della pelle con vari strumenti, infatti, può creare graffi e infiammazioni.
Come si cura l’otite esterna?
Se trattate in modo tempestivo e adeguato le otiti esterne possono essere risolte in pochi giorni senza lasciare conseguenze. È opportuno rivolgersi a uno specialista in otorinolaringoiatria che, una volta accertata la presenza di un’otite, prescriverà una terapia farmacologica locale.