Se l’Unione Europea vuole essere una vera unione di Stati, i suoi cittadini, i suoi lavoratori, devono avere stipendi simili che garantiscano lo stesso tenore di vita. Ne sono convinti Angela Merkel ed Emmanuel Macron che nel corso della conferenza dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) a Ginevra hanno invitato l’Ue a studiare un modo per garantire che tutti i paesi abbiano un salario minimo “comparabile”, sostenendo che dovrebbero esistere condizioni di lavoro uguali in tutto il blocco.
L’idea era già stata avanzata anche dal vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans qualche settimana prima delle Europee, mentre in Italia solo il M5s è stato l’unico a inserirla nel programma oltre ad aver presentato una proposta di legge attualmente all’esame della commissione Lavoro del Senato. Tra i 28 Paesi Ue, solo in Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia non esiste un salario minimo trasversale alle categorie.
In Germania la cancelliera Merkel, già nel 2014, riuscì a imporre un salario minimo comune a tutte le categorie per i lavoratori tedeschi che, fino a quel momento, ne erano stati sprovvisti. A quell’epoca, Angela Merkel andò contro il volere del suo stesso partito, i conservatori della Cdu, e in accordo con i Socialisti di Spd avviò un dialogo con le parti sociali per fare sì che finisse il regime retributivo in vigore fino a quel momento. Pose fine al sistema per cui ogni categoria aveva un suo contratto e una sua retribuzione (simile a quello in vigore in Italia), e ne fece partire un altro con una retribuzione minima per tutti di 8,50 euro l’ora (oggi è salito a 9,19 euro e dal 2020 sarà di 9,35 l’ora).
Adesso la proposta di un salario minimo europeo sembra destinata a diventare uno dei punti in cima alla lista della nuova agenda di Bruxelles. Lo è sicuramente per i socialisti: Timmermans, da Spitzenkandidat di S&D, lo ha inserito tra gli obiettivi dei primi 100 giorni. Il problema, ha spiegato Macron, è che senza una retribuzione minima standard si rischia di vedere sempre più lavoratori di diversi Stati europei spostarsi in quei Paesi dove un salario minimo è garantito, come appunto Francia e Germania. «Non abbiamo creato l’Europa per questo», ha detto il presidente francese a Ginevra. Linea condivisa anche dalla cancelliera Angela Merkel. La cancelliera ha detto che è diventato necessario esaminare «come poter avere retribuzioni minime comparabili» in tutta Europa, prendendo in considerazione il tenore di vita dei diversi Paesi. E ha aggiunto che l’Ue dovrebbe «almeno» garantire le stesse condizioni di lavoro «in tutta l’Unione».