«L’Italia, grazie al suo sistema sanitario d’eccellenza e ad una politica sanitaria di massima tutela e rigore, può mandare i suoi cittadini in giro tranquillamente». Mentre il presidente del Consiglio Conte in conferenza stampa alla Protezione prova a rassicurare sul rischio contagio già molti Paesi valutavano contromisure alla possibilità che gli italiani dalle zone toccate dal virus arrivino sul proprio territorio. In molti casi si tratta di misure simili a quelle prese dall’Italia verso chi arrivava dalla Cina: il nostro Paese ha sospeso i voli diretti con la Cina dopo lo scoppio dell’epidemia. La Bulgaria ha sospeso i voli con Milano fino al 27 marzo. All’aeroporto di Praga «per gli arrivi dall’Italia da mezzanotte riserviamo un gate dedicato con screening mirato e misure igieniche aumentate».
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L’elenco completo dei Paesi che hanno previsto limitazioni per i viaggiatori italiani è riportato sul sito ViaggiareSicuri della Farnesina, che avverte chi deve partire delle misure che troveranno al loro arrivo. L’ultima è stata la Giordania, che ha comunicato di aver deciso il divieto di ingresso nel Paese ai viaggiatori provenienti dall’Italia per l’emergenza coronavirus. Il Regno hascemita aveva già proibito l’ingresso di viaggiatori provenienti dalla Cina, Corea del Sud e Iran. Identica misura nelle Seychelles dove «le autorità locali – si legge sul sito Viaggiare Sicuri gestito dalla Farnesina – hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni. Analogamente, i passeggeri che arrivano via mare non potranno sbarcare se sono stati Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni».
Nelle ore precedenti anche il Kuwait aveva annunciato di aver sospeso tutti i voli da e per l’Italia, la Corea del Sud e la Thailandia. Tutti gli stranieri che hanno visitato questi Paesi nelle ultime due settimane non potranno entrare in Kuwait. In Israele «chiunque sia stato in Italia, a Taiwan o in Australia nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Israele e sviluppi sintomi compatibili con il Covid-19 – si legge sul sito ViaggiareSicuri – dovrà sottoporsi a controlli medici secondo le linee guida le Ministero della Salute israeliano. Per gli stranieri residenti in Isreale e provenienti da questi Paesi – esattamente come per i cittadini israeliani – è invece previsto l’obbligo di evitare luoghi pubblici (“auto-quarantena”) per i 14 giorni successivi all’ultima data di permanenza sul loro territorio».
Serbia, Croazia e Irlanda hanno sconsigliato i viaggi in Italia, mentre dagli Stati Uniti è stata invece emanata un’allerta di livello uno per i viaggiatori diretti o di ritorno dal nostro Paese. Anche l’Australia ha consigliato ai cittadini di esercitare la “massima cautela” se dovessero recarsi in Lombardia e Veneto a causa del “rischio aumentato” di contrarre il coronavirus.
Tra i Paesi con le misure di controllo più severe c’è la Croazia: tutte le persone provenienti dall’Italia verranno sottoposte a verifiche relative a località di origine, destinazione e durata della permanenza nel Paese. Chi proviene dalle quattro regioni italiane considerate a rischio (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) sarà sottoposto a controlli sanitari. Le persone che presentano sintomi influenzali, come febbre e tosse, verranno immediatamente messe in isolamento nei reparti di infettivologia costituiti ad hoc presso gli ospedali croati. Chi invece è privo di sintomi, verrà ammesso nel Paese ma per 14 giorni dovrà sottoporsi obbligatoriamente, ogni giorno, alla verifica del proprio stato di salute da parte delle autorità sanitarie e dovrà comunicare i propri spostamenti. Diverso è il caso di chi entra e esce dal Paese nella stessa giornata (sempre con la necessaria condizione di essere privi di sintomi) Alle persone risultanti prive di sintomi che intendano effettuare l’ingresso e l’uscita dal Paese nella stessa giornata saranno garantiti l’accesso e la circolazione nel Paese senza ulteriori controlli sanitari per il giorno in considerazione.
La Gran Bretagna impone condizioni differenti, a seconda della provenienza: chi viene dai centri “isolati” dovrà sottoporsi a un autoisolamento o quarantena anche in assenza di sintomi, chi invece proviene dal resto dell’Italia settentrionale dovrà farlo solo in presenza di sintomi.
In Romania le autorità stanno adottando misure di controllo e quarantena domiciliare di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dalle località colpite dal coronavirus. In particolare, all’arrivo in Romania, tutti i viaggiatori asintomatici delle aree maggiormente interessate, rispettivamente la provincia cinese dell’Hubei e le località italiane oggetto di specifica ordinanza della Lombardia e del Veneto, saranno collocati direttamente in quarantena, per un periodo per 14 giorni. Ai viaggiatori provenienti da altre località delle regioni Lombardia e Veneto sarà richiesto un isolamento volontario domiciliare per 14 giorni dall’arrivo in Romania.
In Olanda le autorità hanno ordinato ai propri cittadini di non recarsi negli 11 comuni focolaio dell’Italia settentrionale e indicato Roma e il Lazio come zone a rischio al pari delle regioni del nord. Il governo di L’Aia ha messo in guardia i proprio cittadini diretti in Italia, perché si aspettino maggiori controlli alle frontiere e restrizioni agli spostamenti in alcune precise aree.
La Germania, invece, ha annunciato che non chiuderà le frontiere per proteggersi dal virus. In Francia, gli studenti che hanno trascorso le vacanze in Lombardia o in Veneto non potranno tornare a scuola alla ripresa delle lezioni, ma solo dopo aver trascorso un periodo di auto-isolamento di 14 giorni.