Il governo di Giuseppe Conte ha ottenuto la fiducia al Senato con 156 voti favorevoli, 140 contrari e 16 astenuti (presenti 313, votanti 312). Il governo di Giuseppe Conte ha raccolto il sostegno compatto delle componenti di maggioranza (Pd, M5s, Leu, il gruppo Autonomie e il Maie), quello di tre senatori a vita (Mario Monti, Elena Cattaneo e Liliana Segre) e due sorprese provenienti da Forza Italia: Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, subito espulsi da Antonio Tajani. Dopo Renata Polverini alla Camera, dunque, dal partito di Silvio Berlusconi arrivano altri due responsabili a puntellare la maggioranza. Otto gli assenti (i senatori a vita Napolitano, Piano e Rubbia, Biasotti e Sciascia di Forza Italia, Marino e Sbrollini d’Italia viva, Castiello del M5s). I senatori di Italia viva si sono astenuti. La maggioranza assoluta (161) non è stata raggiunta per cinque voti.
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Alla fine di una lunghissima giornata è scoppiato il caso del senatore Lello Ciampolillo. Risultato assente alla prima e seconda chiama, l’ex M5s ha chiesto di esprimersi quando le votazioni si erano appena chiuse. Essendo un voto importante la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha quindi deciso di rimandare la decisione ai questori. Che hanno deciso di fare votare sia Ciampolillo sia Riccardo Nencini, il socialista di Italia viva che nei giorni scorsi si era smarcato dalla linea di Matteo Renzi.
«Ci rivolgeremo a Mattarella: c’è un governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca», ha annunciato il leader della Lega, Matteo Salvini al Tg1. Sulla stessa linea la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Rispetto alle premesse e alle speranze di Conte e Casalino le cose non sono andate come speravano – ha detto -: sentivo parlare di decine di responsabili ma al netto di casi singoli, dall’altra parte ce ne sono di più, il centrodestra ha mantenuto la sua compattezza e non era scontato. Ho parlato con Salvini, parlerò con Berlusconi. Ora dobbiamo chiedere un colloquio con il Colle».