«È fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo chirurgico, o di maggiore efficacia protettiva, fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di età, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive»: sono queste le regole a cui dovranno attenersi gli studenti italiani fino alla conclusione dell’anno scolastico secondo quanto previsto dall’ormai noto decreto riaperture, legato al “superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19”. Con ogni probabilità non vi sarà alcun cambio di rotta rispetto a tali disposizioni, dato che secondo alcune indiscrezioni le istituzioni preferirebbero restare prudenti e non anticipare la fine dell’utilizzo delle mascherine in classe.
Una linea estremamente rigida che tuttavia a quanto pare è in contrasto con le politiche tendenzialmente perseguite in Europa. In Belgio, Regno Unito, Olanda, Spagna, Francia e altri paesi europei sono ormai un lontano ricordo pressoché ovunque. «L’Italia è l’ultimo e unico Paese in Ue ad avere ancora l’obbligo della mascherina a scuola. E’ anacronistico e fuori dal tempo», dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova all’Adnkronos Salute. «È giusto portare avanti un obbligo quando siamo sicuri che ci sia una efficacia nel ridurre la trasmissione – precisa Bassetti – Ma non è questo il caso. Non è possibile stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus. Lo dico perché non c’è nessuna evidenzia scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento».
Ad ogni modo, però, sembra che in Italia le mascherine rimarranno obbligatorie a scuola almeno fino all’ultima campanella dell’anno in corso. Eppure, ci sarebbero anche alcuni esponenti governativi favorevoli alla fine dell’obbligo di indossare la mascherina in classe. Sono due sottosegretari a muovere le acque. Quello alla Salute, Andrea Costa, dice di essere convinto che «soprattutto durante le lezioni, quando i ragazzi e i bambini sono seduti al loro posto, si possano togliere le mascherine». E quello all’Istruzione, Rossano Sasso, si augura invece che almeno «l’esame di maturità possa svolgersi senza l’obbligo della protezione».
La polemica è innescata dalla doppia circostanza dell’arrivo delle alte temperature e dell’abolizione di restrizioni in tanti altri Paesi. In Francia, da lunedì, è caduto l’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblico. In tutta Europa non è più indispensabile proteggersi in aereo e in aeroporto. L’Italia, invece, ha scelto la prudenza. Infatti a bordo degli aerei che arrivano dall’estero, l’obbligo di mascherina resiste. Così come vige ancora sui mezzi di trasporto pubblico in generale, nei teatri e nei cinema, e, appunto, a scuola.
Una scelta in continuità con la strategia anti-Covid del governo e di Speranza in particolare. Ma che suscita periodici scontri anche sul terreno politico. «Più di trenta gradi e obbligo di mascherina per ore anche se seduti al banco? Non ha senso. Cambiamo una regola inutilmente punitiva», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, sui social. Anche per il governatore della Liguria, Giovanni Toti, «l’obbligo va abolito». Toti aveva argomentato così: «Come è possibile che gli studenti debbano indossarla in classe, anche mentre sono seduti distanziati nei banchi, e poi possano girare senza nei centri commerciali al chiuso, nell’ora dello shopping? Almeno nell’ultimo mese di lezioni, eliminiamo l’obbligo di mascherina a scuola». Obbligo definito una forma di «crudeltà per gli studenti» dalla Rete per la scuola in presenza.
Dal ministro della Salute, Roberto Speranza, però, arriva una mozione d’ordine: «Non sono valutazioni da affidare alla politica, a decidere sarà la scienza».