In teoria da oggi l’obbligo di indossare le mascherine a bordo degli aerei in Europa diventa una raccomandazione. In pratica le cose non stanno esattamente così. L’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (Easa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) hanno pubblicato l’11 maggio un aggiornamento delle misure di sicurezza sanitaria per i viaggi aerei che apre a un allentamento della necessità di indossare i dispositivi di protezione individuale su naso e bocca.
La mascherina non sarà più obbligatorio nemmeno negli aeroporti, spiegano Easa ed Ecdc, precisando tuttavia che «resta una delle difese migliori contro la trasmissione di Covid-19», e che usarla è fortemente raccomandato per chi tossisce o starnutisce, nonché per tutte le persone fragili.
Si tratta di una disposizione che non si applica però in Italia. Il nostro paese ha deciso di mantenerle fino al 15 giugno, data dell’obbligo di Ffp2 anche per tutti gli altri mezzi di trasporto pubblici a lunga e breve percorrenza. Sono le stesse nuove linee guida dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea a prevedere eccezioni. «Se gli Stati di partenza o destinazione richiedono l’uso di mascherine nei trasporti pubblici, gli operatori aerei dovrebbe richiedere ai passeggeri e equipaggio di indossare una mascherina oltre il 16 maggio».
L’Italia è uno degli stati a richiederla. Non è obbligata a seguire l’indicazione europea perché sono i singoli stati a decidere in materia di salute. Dal 16 maggio, partendo con voli aerei dall’Italia bisognerà infatti indossare la mascherina dal momento che l’ordinanza in vigore ne prevede l’obbligo su mezzi di trasporto e aerei fino al 15 giugno. Lo stesso vale per Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Spagna.