Mentre la guerra in Israele sta per entrare nella fase decisiva con l’intervento di terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, un insegnante è stato ucciso in un attentato in una scuola di Arras, una città che si trova una cinquantina di chilometri a sud di Lille, nel nord della Francia. In quello che è stato il “venerdì della rabbia” decretato da Hamas che ha chiamato il popolo musulmano a scatenare proteste in tutto il mondo e non solo in Medio Oriente.
Il bilancio dell’attacco al liceo di Arras è di una vittima e due feriti gravi. Un ragazzo di 20 anni, armato con due coltelli, ha assalito tre persone. Nell’attacco è morto un professore, mentre un dipendente e un altro insegnante sono feriti gravemente. L’aggressore è stato identificato e fermato poco dopo: si chiama Mohammed Mogouchkov, è di origine cecena e già schedato “S” (ovvero ritenuto a “rischio radicalizzazione”). Mogouchkov, secondo l’emittente Bfmtv, durante l’aggressione odierna nei confronti di un insegnante, avrebbe gridato «Allah Akhbar». Nel dipartimento di Yvelines, nella regione dell’Île-de-France, un altro allarme è scattato nella cittadina di Limay. Un uomo di 24 anni, già noto alle forze di polizia per la sua radicalizzazione islamica, è stato arrestato dopo essere uscito da una sala di preghiera brandendo un coltello da cucina.
Allarme in Francia con il governo che ha vietato ogni tipo di manifestazioni pro-Palestina e ha ha alzato il suo livello di allerta a quello di “emergenza attentati” , ma la preoccupazione cresce in tutta Europa, Italia compresa, per possibili attacchi contro obiettivi ebraici. In molte città europee folle di giovani hanno celebrato le atrocità di Hamas inneggiando alla «resistenza palestinese e all’occupazione israeliana». A Londra e Berlino si sono riviste le stesse scene dell’11 settembre 2001 quando a Gaza la gente scese in piazza per festeggiare gli attentati alle Torri Gemelle.
La polizia sta aumentando la sorveglianza intorno alle sinagoghe, scuole ebraiche e altre istituzioni in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia che sono tutti Paesi particolarmente a rischio a causa dell’elevata popolazione di religione musulmana all’interno della quale non sono certo pochi coloro che seguono i dettami della Fratellanza musulmana che nell’odio contro Israele trovano una battaglia comune da combattere.
Allo stato attuale nessuno è in grado di prevedere cosa faranno gli estremisti islamici europei legati ad al-Qaeda e allo Stato islamico. Secondo la Commissione europea più di 42 mila combattenti stranieri si sono uniti a organizzazioni terroristiche tra il 2011 e il 2016 e si ritiene che più di 5 mila sono partiti dall’Europa. Migliaia sono morti in battaglia, ma ci sono tutti quelli che sono tornati a casa. Infine, c’è il timore che migliaia di detenuti di religione islamica che si trovano nelle carceri europee possano scatenare delle rivolte una volta che sarà iniziata l’operazione di terra nella Striscia di Gaza.
La premier Giorgia Meloni ha messo in guardia dal «rischio di emulazione degli atti criminali che potrebbe arrivare anche da noi». Al Viminale sono stati passati in rassegna tutti i possibili pericoli: dall’azione di un ‘lupo solitario’ alla riattivazione di cellule islamiste sul territorio nazionale, dalle infiltrazioni di elementi pericolosi attraverso i flussi migratori alla propaganda per fare proseliti sul web e nelle carceri fino ai gruppi pro-Hamas. Non ci sono, dunque, soltanto i target israeliani da tutelare (sinagoghe, ambasciate, interessi commerciali). Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha disposto «l’innalzamento del livello di attenzione verso ogni possibile obiettivo e un rafforzamento delle misure di prevenzione sul territorio». Pianificazioni ostili verso l’Italia non sono segnalate al momento, ma sul tavolo del Viminale sono stati messi tutti i potenziali elementi di rischio da seguire con attenzione nei prossimi mesi che si annunciano complicati e carichi di tensione per gli apparati di sicurezza. L’atto di guerra senza precedenti di Hamas ha infatti ridato forza alla galassia islamista che, almeno sul continente europeo, sembrava in fase recessiva dopo gli attentati degli anni scorsi.