La nuova campagna vaccinale contro il Covid-19 è appena partita, ma già si teme il flop. Le somministrazioni nei primi giorni sono andate a rilento: l’ultima rilevazione parla di neanche 6mila vaccinazioni in tutta Italia. È vero che le dosi nelle farmacie e negli studi medici saranno disponibili in modo massiccio solo nei prossimi giorni, ma i primi segnali fanno pensare a una fuga dalle iniezioni. Il Covid fa meno paura e la situazione negli ospedali ampiamente sotto controllo.
Il trend di questa settimana dei casi Covid in Italia è in decrescita come emerge dall’ultimo bollettino del ministero della Salute . «Il trend di questa settimana – afferma il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia – si conferma in decrescita, con dei parametri confortanti, nonostante i timori di molti legati alla riapertura delle scuole e alla ripresa della grande mobilità». Nella settimana dal 5 all’11 ottobre si sono registrati 41.626 nuovi casi positivi con una variazione di -5,7% rispetto alla settimana precedente (erano 44.139).
«Vaccinatevi»: nelle ultime settimane sono stati numerosi gli appelli lanciati dai medici. Ma è anche in questa categoria che le percentuali di vaccinati continuano a scendere. Anche i sanitari disertano la campagna. Mei primi dieci giorni di somministrazioni si è presentato meno dell’1% dei sanitari di Roma e del Lazio: «Ci sono stati soltanto 426 vaccinati su 37 mila». Ad aumentare l’adesione potrebbe servire la somministrazione insieme all’antinfluenzale, che di solito ha una maggiore diffusione.
Il primo milione di dosi del nuovo vaccino adattato contro le ultime varianti del Covid per la nuova campagna vaccinale è arrivato a fine settembre quando sono state distribuite alle Regioni per le prime somministrazioni, ma secondo l’ultimo report del governo aggiornato al 13 ottobre le vaccinazioni complessive effettuate in tutta Italia sono state solo 5.667. Una goccia nel mare visto che la platea potenziale per la quale è raccomandato il vaccino – over 60, fragili e operatori sanitari – si aggira su quasi 20 milioni di italiani. Fino a novembre sono attese in tutto 9,172 milioni di dosi, un numero sufficiente per coprire circa metà della platea di italiani più a rischio.
Ma il rischio vero è che le dosi non solo siano più che sufficienti, ma siano addirittura troppe. E quello che si teme di più è un ulteriore spreco di risorse. Sono già andate al macero circa 20 milioni di vecchie fiale che nessuno oramai vuole perché calibrate sulla vecchia versione del virus, portando così lo spreco dall’inizio della campagna a oggi a quota 102 milioni di dosi, per un valore di 2 miliardi di euro, visto che gli antidoti costavano in media 19 euro a somministrazione.
Una cifra che fa indignare. Ma plausibilmente, altri sprechi graveranno sule finanze pubbliche, se aggiungiamo anche le dosi che stanno per arrivare alle Regioni e che rischiano di rimanere inutilizzate vista anche la stanchezza vaccinale oramai imperante, dalla quale non contribuiranno di certo a scuotere gli italiani i messaggi ambigui, che da un lato parlano di virus innocuo e dall’altro invitano a vaccinarsi.