C’è chi scaccia la paura del contagio facendo rumore con il tamburo. «Certe cose saltano, ma il disco no», sfida attraverso Instagram Alfio Antico “armato” di uno dei suoi leggendari tamburi a cornice per andare a combattere il Coronavirus. Il Don Chisciotte lentinese ha deciso di affrontare la psicosi e il panico creati dalla diffusione del Covid-19 nel nostro Paese, mantenendo la data d’uscita del 13 marzo del nuovo disco, “Trema la terra”. «A causa dei provvedimenti del governo, abbiamo dovuto cancellare le date di marzo del tour, quelle di Milano, Roma, Torino e Bologna, spostando molti concerti in maggio, ma ho mantenuto gli impegni con le radio. Faremo un brano inedito: Coronavirus arrustutu», scherza Alfio. Difficile, d’altro canto, fermare la campagna di lancio partita alla fine di gennaio con il video di Pancali cucina e seguita in febbraio da quello di Pani e cipudda: l’ottimo numero di visualizzazioni su YouTube conferma l’attesa che c’è per il nuovo album di Alfio Antico, che lo vede suonare e cantare insieme a Cesare Basile e Gino Robair, il collaboratore di Tom Waits.
Alfio Antico è tra i pochi coraggiosi a non fermarsi. Molti altri suoi colleghi hanno preferito invece rinviare in attesa di tempi migliori. È il caso di Ghemon. «Brucia fermarsi, soprattutto adesso che avevo un disco da pubblicare», ammette il rapper. Scritto nelle stelle, il nuovo disco, doveva vedere la luce il 20 marzo, uscirà il 24 aprile. «In questo album ho messo circa un anno e mezzo di lavoro, il mio cuore, i miei pensieri e le mie risorse; il mese di marzo ci avrebbe condotto all’uscita dell’album con una cornice di lancio eccezionale. Saremmo partiti con le interviste, gli incontri con la stampa, una festa per l’uscita e tante altre sorprese. Poi, ci sarebbero stati gli instore, il momento più bello, perché è quello in cui finalmente incontro le persone che vogliono bene alla mia musica. Abbiamo dovuto rinviare tutto».
LEGGI ANCHE: Alfio Antico, il tamburo parlante
C’è amarezza, ma non resa. «Alle difficoltà ho sempre risposto lottando, le limitazioni mi hanno sempre suggerito soluzioni creative», sfida il rapper, il cui pensiero va «a chi affronta questa emergenza in prima linea, sul campo: medici, infermieri, famiglie e istituzioni; a tutti quelli che lavorano ogni giorno e ne stanno subendo direttamente o indirettamente gli effetti. E in più a tutti i lavoratori del campo della cultura e dello spettacolo, di cui io sono parte».
Per gli artisti, certamente, questo non è un momento molto felice. «Ho parlato con un mio amico docente all’Università di Palermo, pensavo che fosse in vacanza, invece era al lavoro», racconta Mario Venuti. «Le scuole, le università sono chiuse, ma le attività didattiche proseguono attraverso la via telematica. Negli uffici c’è il telelavoro. Noi, invece, stiamo a casa».
Costretto anche lui alla pausa in seguito ai provvedimenti del governo per tentare di frenare l’epidemia di Coronavirus, l’ex Denovo ha scelto una alternativa originale. Ha postato su YouTube il video realizzato nel salotto di casa del brano Il tempo di una canzone, presente nell’album “Soyuz 10”. «Sto cercando di compensare questo stop forzato con queste session casalinghe registrate qualche settimana fa e che rilasceremo ogni dieci giorni», sorride l’autore di Crudele. «La casa diventa palcoscenico per fare musica. Mentre sono off limits teatri, locali, palasport, la casa si trasforma in un luogo d’incontro e la rete il mezzo per diffondere la musica».
È quanto ha fatto anche Eleonora Bordonaro che venerdì 6 marzo avrebbe dovuto presentare “live” al Teatro Odeon di Catania il nuovo album “Moviti ferma” e ha dovuto invece far slittare tutto in tempi migliori nel rispetto dei divieti imposti dal decreto antivirus. E così l’artista di Paternò ha pensato di postare on line il video di quanto aveva provato per quasi tutto il mese in attesa del lancio del nuovo disco.
«Io, per il momento, ho dovuto annullare soltanto la data del 2 aprile a Roma perché rientrava nel periodo rientrante nel decreto del governo», riprende Mario Venuti. «Ma se i divieti dovessero essere procrastinati, salterebbe tutto il tour di Soyuz 10. Teoricamente le date dovrebbero essere recuperate in seguito, ma è tutto da verificare: si accavalleranno gli eventi, bisognerà considerare la disponibilità dei luoghi».
Insomma, una legnata. Eppure, Mario Venuti non se la sente di condannare le decisioni del governo. «Nessuno sa quali possano essere gli effetti. Bisogna aspettare quindici giorni. Se il contagio verrà arginato, si sarà fatto bene. Nessuno sa dirlo con esattezza», ragiona il siciliano. Questo virus è una entità sconosciuta per gli stessi virologi. Come fai a sapere come si sta diffondendo. È un rebus di difficile soluzione. Può essere che i divieti del governo siano il male minore».
Il comico milanese Enrico Bertolino, che ha scelto il “palcoscenico” di Facebook per presentare lo spettacolo a suo modo virale intitolato “Sapessi com’è strano restare chiusi in casa a Milano”, punta l’indice contro il clamore mediatico, forse un po’ troppo eccessivo. «I giornali e gli altri media hanno inzuppato il biscotto, l’unica a non farlo è la radio che non può far vedere le immagini», si lamenta Bertolino in una intervista al giornale Avvenire. «I primi servizi tv da Codogno lo descrivevano come un Bronx sanitario, senza parlare dei talk show. La tv è un contenitore e va riempito, come la spremuta d’arancia: il 50 per cento è succo e l’altro 50 fesserie dette da gente non titolata, opinionologi che fino a poco fa parlavano della Royal Family. Andrebbero banditi dalla tv».
Tutti restano in attesa di una schiarita. «Speriamo di ripartire con l’estate, che in quel periodo la paura sia passata e si possa pensare alla ripresa», si augura Mario Venuti. Che, nel frattempo, rilegge nuove e vecchie canzoni del suo repertorio nelle session casalinghe per postarle su YouTube, unico palco rimasto aperto in tempi di virus.