Giornate intere sul divano, davanti alla tv. O seduti al pc, a lavorare in modalità smart working. Risultato: brutti mal di schiena e insopportabili attacchi di cervicale. La quarantena forzata da emergenza coronavirus può avere degli effetti negativi anche sulla colonna vertebrale andando ad acuire disturbi muscolari e articolari latenti o provocarne di nuovi. L’osteopata Gianluca Barca, diplomato presso E.F.S.O di Parigi, ci darà una serie di consigli utili a prevenire e contrastare fastidi e dolori, causati da sedentarietà e posture sbagliate.
Qual è la prima regola per affrontare una lunga permanenza in casa?
«La regola d’oro è rimanere attivi: dare attività fisica ed evitare assolutamente la sedentarietà. Come affermava il dr. Andrew Taylor Still, padre dell’osteopatia, “la vita è movimento”, quindi è importante scegliere delle attività da fare in casa, rispolverando la cyclette o facendo qualche esercizio che oggi si può trovare tranquillamente sul web. E dove è possibile fare jogging, ma anche delle camminate vanno bene, rimanendo nei pressi della propria abitazione».
Cosa si può fare a casa per non vanificare il lavoro svolto con l’osteopata?
«Come abbiamo detto è importante rimanere attivi, ma anche stare attenti alle posture. Sul divano cercare di mantenere la schiena dritta, non portare il portafoglio dietro i pantaloni soprattutto quando ci si siede, e non accavallare per troppo tempo le gambe. Evitare l’uso prolungato, anche se si sta in casa, delle ciabatte infradito, perché alterano la normale biomeccanica del passo. Controllare il peso è molto importante per la salute in generale e anche per non sovraccaricare la postura nel caso di problemi alla schiena, alle ginocchia, ecc. Concedersi dei momenti di relax, dedicandosi alla famiglia e a se stessi, magari leggendo un buon libro o praticando attività che prediligono la respirazione come potrebbe essere lo yoga. Anche dormire bene è importante. Le posizioni migliori sono a pancia in su con un cuscino sotto le gambe, oppure di fianco (meglio il lato sinistro) con un cuscino tra le gambe».
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Come lo smart working può avere delle conseguenze negative sulla nostra colonna vertebrale?
«Improvvisamente ci troviamo a cambiare abitudini e a caricare o sovraccaricare in modo diverso schiena, spalle e polsi per un overdose di tecnologia. Il rischio è di scatenare disturbi nuovi o cronici. Gli anglosassoni lo chiamano “tech neck” ed è l’effetto dell’uso prolungato della tecnologia, ad esempio le lunghe ore passate a lavoro davanti al pc o con lo smartphone in mano, che possono provocare dolori e tensioni a carico di spalle e collo derivanti dalla postura scorretta e innaturale che assumiamo. Fatica, spasmi muscolari e addirittura cefalea da stress sono i rischi che derivano dall’abuso di tecnologia in questo periodo. Questo, unito alla mancanza di esercizio fisico, è sicuramente deleterio per la colonna vertebrale».
Cosa si può fare per prevenire posture errate quando si lavora al pc?
«Per ridurre i rischi si consiglia di rinforzare i muscoli di collo e spalle con opportuni esercizi. Serve poi usare supporti da tavolo per i pc: il monitor va posizionato sempre all’altezza degli occhi. Se usate un portatile utilizzate dei libri per alzarlo e una tastiera esterna per mantenere la corretta posizione dei gomiti. È importante infatti evitare di guardare in basso per non sforzare la cervicale. Indispensabile poi stare seduti con un supporto lombare. Usare una sedia ergonomica che possa essere regolata in base alle caratteristiche del soggetto, in alcuni casi potrebbe essere utile l’uso di un cuscino gonfiabile. Anche il tempo di utilizzo andrebbe monitorato. Fare una pausa di tanto in tanto sarebbe opportuno per far riposare la colonna vertebrale e riattivare i muscoli».
Cosa invece consiglia ai più giovani che trascorrono molte ore con lo smartphone?
«L’uso compulsivo degli schermi portatili o degli smartphone, provoca rigidità a livello della nuca e dolore cervicale irradiato alle spalle e braccia in alcuni casi.I giovani pare siano più colpiti, forse per l’utilizzo più intenso e prolungato rispetto alle altre generazioni. L’inclinazione della testa connessa all’utilizzo dei dispositivi tecnologici affatica i muscoli del collo in misura fino a cinque volte maggiore rispetto a quanto accade con una postura eretta. Ne consegue, sul lungo termine, il rischio di deformazione della curva naturale del collo, che si traduce in una schiena sempre più ricurva. Un pericolo a cui sono esposti soprattutto bambini e adolescenti, il cui apparato scheletrico-muscolare è ancora in fase di sviluppo. È dunque importante diminuire il più possibile l’uso smoderato dei telefonini (ad esempio spegnerlo durante le ore di lezione) e quando lo si usa cercare di tenere la testa in posizione neutra e alzare le braccia all’altezza del viso, in modo tale che lo sguardo sia orizzontale. A chi , invece, parla molto al telefono si consiglia l’uso delle cuffie o dell’auricolare per permettere alla cervicale di rimanere allineata».