Inizia a concretizzarsi il sostegno europeo per per l’uscita dalla crisi economica del coronavirus, almeno per quel che riguarda il Sure, lo strumento che dovrebbe costituire la risposta alla crisi del lavoro. La Commissione europea ha presentato al Consiglio Ue delle proposte per l’attivazione di un sostegno finanziario complessivo di 81,4 miliardi di euro per 15 Paesi. Tra questi compare anche l’Italia a cui andranno 27,4 miliardi di euro. Una volta che il Consiglio avrà dato la sua approvazione, gli aiuti saranno stanziati sotto forma di prestiti con interessi agevolati. Il tasso d’interesse verrà stabilito nel momento in cui la Commissione andrà sul mercato.
Oggi @EU_Commission propone il primo pacchetto di 81 miliardi per #SURE, il sostegno ai meccanismi tipo cassa integrazione. Destinatari 15 paesi, 27 miliardi per l’Italia. L’Europa per il lavoro
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) August 24, 2020
«Oggi la Commissione Ue propone il primo pacchetto di 81 miliardi per Sure, il sostegno ai meccanismi tipo cassa integrazione — ha scritto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, su Twitter — Destinatari 15 Paesi, 27 miliardi per l’Italia. L’Europa per il lavoro». Un intervento mirato ad aiutare gli Stati membri che devono affrontare aumenti temporanei e improvvisi della spesa pubblica per finanziare misure di sostegno a chi si è visto ridurre l’orario di lavoro e alle imprese che hanno registrato un calo dell’attività.
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L’Italia, che aveva chiesto 28,4 miliardi, in base a questa proposta ne riceverebbe 27,4: si tratta di gran lunga della quota più corposa. Il secondo beneficiario è la Spagna, con 21,3 miliardi, mentre seguono la Polonia, con 11,2 miliardi, e il Belgio con 7,8 miliardi. Complessivamente sono disponibili fino a 100 miliardi di euro. Secondo la proposta avanzata, i prestiti andranno a Bulgaria (511 milioni), Repubblica Ceca (2 miliardi), Grecia (2,7 miliardi), Croazia (1 miliardo), Cipro (479 milioni), Lettonia (192 milioni), Lituania (602 milioni), Malta (244 milioni), Romania (4 miliardi), Slovacchia (631 milioni) e Slovenia (1,1 miliardi). Anche Portogallo e Ungheria hanno presentato delle richieste che sono ora in corso di esame.
Una “classifica” che dipende ovviamente dalla portata dell’impatto del virus e delle misure di contenimento sulle economie dei diversi Stati membri. Nel caso dell’Italia la cassa integrazione ma anche – come specifica il documento della Commissione – il bonus 600 euro, le indennità per i lavoratori domestici, i voucher baby sitter, i finanziamenti a fondo perduto per imprese e autonomi.