Con il numero di nuovi contagi in crescita, Immuni torna di centrale importanza e il governo lancia una campagna di sensibilizzazione dal titolo «Proteggi te e gli altri, scarica Immuni» che si svolgerà dal 5 all’11 ottobre. La app che ti avverte di essere entrato in contatto con una persona contagiata, lanciata già molte settimane fa, non ha avuto il riscontro sperato. Quindi il governo non solo lancerà lo spot, ma invita la stampa a sensibilizzare gli spettatori. Scaricare Immuni è un «obbligo morale verso gli altri», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Secondo gli ultimi dati sono 6,7 milioni le persone che hanno scaricato l’applicazione per il tracciamento del contagio da coronavirus. Ora Immuni è usata da circa il 18% della popolazione italiana tra i 14 e i 75 anni che possiede uno smartphone. Una percentuale lontana dall’obiettivo del 60% affinché il sistema sia efficace nel contenimento della pandemia e dai numeri raggiunti da app di altri paesi. Ad esempio, quella lanciata in Gran Bretagna ha superato in pochi giorni i 10 milioni di download, quella tedesca è a quota 18 milioni.
LEGGI ANCHE: Non solo Immuni, le app di tracciamento per il coronavirus non decollano in Europa
Immuni è disponibile in tutta Italia dal 15 giugno. Dopo un debutto con 500 mila download nel primo giorno e due milioni in una settimana, ci sono voluti quasi tre mesi e mezzo per i numeri attuali. Per far crescere l’adozione sono scesi in campo i medici di famiglia e Immuni ha anche una pagina su Facebook, Twitter e Instagram; poi è stato reclutato un volto popolare, Flavio Insinna, per lo spot destinato alla tv. E ora il governo pensa, appunto ad una maratona televisiva. «Dovrebbero aderire tutte le più importanti testate giornalistiche, pubbliche e private – ha osservato Conte – è uno strumento utile perché si dà la possibilità al nostro sistema di prevenzione di essere più efficiente».
Quindi il governo non solo lancerà lo spot, ma ha già pronta una lettera che sarà inviata ai principali conduttori di trasmissioni televisive, da Mara Venier a Barbara D’Urso, perché sensibilizzino gli spettatori. Naturalmente, non ci sarà alcun obbligo. «Riteniamo che la stampa possa essere di aiuto nell’ampliare la platea dei cittadini dotati di questo strumento tecnologico per prevenire il contagio. Siamo a un punto cruciale nella battaglia contro il coronavirus e dotarsi di questa app significa tenere lontano anche il rischio di nuove restrizioni che impatterebbero negativamente sul Paese proprio mentre sta ripartendo», ha detto il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella.
Dal 17 ottobre Immuni dialogherà con le altre app presenti in Ue. Un passo importante in una fase in cui tutti i paesi europei registrano un aumento dei casi, compresa l’Italia. Germania, Irlanda e Italia saranno i primi Paesi a far parlare le loro app per il tracciamento dei contagi Covid. Nell’Unione sono in tutto 15 i Paesi che hanno adottato o stanno per adottare una app di tracciamento (Italia, Austria, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Malta, Olanda, Spagna, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca) e altri tre si aggiungeranno nei prossimi giorni (Belgio, Cipro e Lituania). La media dei download è del 10%. La Commissione europea invita ad aumentarli ricordando che anche un solo download in più può avere un grande impatto in termini di tracciabilità dei contagi e risposta al virus.