Fino a una settimana fa Moreno il Biondo, cantante della band romagnola Extraliscio, era un carneade per molti. Tuttavia, nell’ottica dell’imminente Sanremo pandemico, senza il pubblico e tutto quanto il resto, la notizia che Moreno Conficconi, in arte il Biondo, era incappato in un tampone rapido positivo è diventata un caso nazionale. Panico, Festival nel caos, la band rischiava l’esclusione per regolamento. Fortunatamente, un tampone più approfondito ha accertato una falsa positività e l’allarme è rientrato.
E ieri pomeriggio Moreno il Biondo era sorridente e radioso in conferenza stampa via Zoom insieme con i suoi compagni di avventura e la Pigmalione in gonnella Elisabetta Sgarbi che ha sdoganato la creatura musicalmente aliena degli Extraliscio, nata nel laboratorio Casadei, garantendo un alibi culturale e portandola prima alla Mostra del cinema di Venezia con il film Si ballerà finché entra la luce dell’alba – Extraliscio Punk da balera, e adesso tra i big del Festival di Sanremo con la canzone Bianca luce nera.
Gli Extraliscio nascono dall’incrocio tra i capelli tinti di Moreno “Il Biondo” Conficconi e la barba hipster di Mirco Mariani. A fare incontrare i due romagnoli è stata Riccarda Casadei, figlia di Secondo. Mirco, polistrumentista e sperimentatore, ha suonato con Stefano Bollani, Paolo Fresu, Vinicio Capossela. Il Biondo, clarinettista e capo orchestra dell’Orchestra Grande Evento, è la stella dorata delle balere, già braccio destro di Raoul Casadei. Ai due si è unito Mauro Carlini, in arte “Ferrara”, nasce ad Argenta nel 1948, ed è la voce storica della Romagna, che ha portato in tutto il mondo la canzone Romagna mia. Il gruppo ha una missione chiara quanto il ciuffo di Conficconi e barocca quanto la barba di Mariani: trasformare il liscio in gasato. A tal fine, hanno arruolato Davide Toffolo, frontman della punk band Tre Allegri Ragazzi Morti noto per la sua maschera a forma di teschio e fumettista che trasformerà la canzone Bianca luce nera in una tavola per Linus. Da questo corto circuito nasce il punk da balera, dove punk sta a indicare una vena di follia e, soprattutto, una libertà creativa senza limiti.
Il brano sanremese fa parte del doppio disco in uscita il 5 marzo e diviso in due parti: È bello perdersi e Si ballerà finché entra la luce dell’alba, prima pietra della neonata etichetta Betty Wrong con la quale Elisabetta Sgarbi debutta come editore musicale. «Lo dedico ai miei genitori, Rina Cavallini e Nino Sgarbi, che hanno ballato» scrive Elisabetta Sgarbi nel booklet dell’album. Quei genitori sulla cui storia il regista Pupi Avati ha costruito il film Lei mi parla ancora (in onda su Sky), nella cui colonna sonora appare Non partir degli Extraliscio, inserito nella seconda parte del disco.
In questo doppio album, lo scienziato pazzo Mirco Mariani getta gli strumenti musicali più disparati e i generi più distanti tra loro nella balera-centrifuga delle due star del liscio. Nascono brani in cui la musica elettronica alla Kraftwerk e la malinconia della morna di Capoverde si combinano nel suono di un’orchestra romagnola. Oppure può capitare di abbandonarsi in un valzer lento accarezzati da un vento caldo africano. O ancora ascoltare cori bulgari e l’anarchia balcanica tra nostalgiche atmosfere anni Cinquanta e Sessanta. Canzoni, storie, personaggi, situazioni, ammantate di nostalgia e malinconia, che rammentano quella “riviera postmoderna” descritta da Pier Vittorio Tondelli in Un weekend postmoderno, in cui la “libido nazionalpopolare” s’incontra con altri mondi musicali e culturali.
«È un progetto culturale che parte da radici classiche e va verso la contemporaneità», tiene a sottolineare la dea ex machina Elisabetta Sgarbi parlando fra i quadri della sua residenza estense. «Un progetto che si apre al teatro di Antonio Rezza, al Leone d’oro di Venezia e ai Nastri d’argento nel cinema, alla letteratura di Ermanno Cavazzoni e alla graphic novel».
«È un tentativo di riaccendere la luce su una musica che era stata abbandonata», aggiunge Mirco Mariani. «Le balere non esistono più, molte sono state rase al suolo e quelle che resistono hanno aperto ai balli di gruppo o al karaoke. Una volta Casadei aveva cento orchestre in giro per la Romagna, oggi è molto più difficile trovare una balera aperta. Sanremo sarà la nostra balera».
«È un’operazione simile a quella che ha visto protagonista la cumbia», interviene Davide Toffolo da Pordenone. «Io sono un appassionato della cumbia, che è una musica migrante che dalla Colombia si è spinta fino all’Argentina e adesso è arrivata anche in Europa con l’ultima diaspora dei sudamericani in Europa. A questa musica è successa una cosa molto simile a quella che sta accadendo adesso al liscio: artisti di generazione nuova recuperano una musica, che vuol dire anche riappropriarsi di una propria identità nazionale, di una propria identità culturale. Per questo motivo sono contentissimo di partecipare a questo progetto. Il liscio è una parte della storia culturale italiana che può rinascere nell’incontro con musicisti nuovi. E questo è un esempio luminosissimo direi».
Bianca luce nera, ad esempio, è nata dopo «aver visto un vecchio film in cui Silvana Mangano cantava il bajón», racconta Mirco. «Da lì sono partito. Volevo tirare fuori quel ritmo e strada facendo sono andato verso i Talk Talk, per finire in balera. Un ritmo che spinge, il mellotron che detta la sinfonia, il clarinetto in do che entra con decisione… Il testo è nato grazie al lavoro con Pacifico, amico da anni, grande autore, e ad Elisabetta Sgarbi, con la sua profonda sensibilità e cultura. È una canzone sul desiderio, su quello che accade quando due persone si desiderano. Il desiderio fa paura. Mentre lei fugge, lui la insegue; quando lui vorrebbe liberarsene, lei lo riporta a sé come una calamita. È un labirinto in cui ci si perde, per ritrovarsi in una balera dalla luce intermittente».
Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia, come canta un loro conterraneo più famoso, al Festival, oltre a «scontrarsi con l’orchestra», gli Extraliscio proveranno a far suonare il trautonium, uno strumento musicale elettronico monofonico inventato intorno al 1929. Accadrà giovedì, nella serata delle cover, quando intoneranno il Medley Rosamunda, ispirato a Gabriella Ferri, con l’accompagnamento del tedesco Peter Pichler, uno dei pochi musicisti in grado di saper suonare il trautonium e capace di unire gli studi al conservatorio a una band punk. E vai col liscio…