L’ordine segue il piazzamento dal primo al ventiseiesimo posto della classifica provvisoria determinata dal voto delle giurie demoscopiche nelle prime due serate:
1 – ERMAL META Un milione di cose da dirti
Anemica ballata d’amore “verticale” dal sound essenziale. Romantica, da diario scolastico: 6,5
2 – ANNALISA Dieci
Bella e brava, ma sono dieci anni che cerca la canzone giusta. Fallisce anche questa volta: 4
3 – IRAMA La genesi del tuo colore
Brano dance con un ritornello spezzato ed elettronica firmato Dardust, la cui onnipresenza in questo Festival tende a omologare gli arrangiamenti. In video perché due persone del suo staff sono risultate positive. Non si perde nulla. 4,5
https://www.youtube.com/watch?v=pp1H53OtPaQ
4 – MALIKA AYANE Ti piaci così
Sensuale e ammiccante, un brano dinamico sfornato dal prolifico Pacifico che lei interpreta con eleganza. 5
5 – NOEMI Glicine
Una ballad cadenzata che le esalta la voce. Pezzo sanremese che cresce nel corso delle serate. 6
6 – FASMA Parlami
Brano incendiario (“Non dire che ti va bene questo mondo bastardo…”) tra rap e rock. Un po’ simile al brano presentato lo scorso anno: 7.5
7 – FRANCESCA MICHIELIN E FEDEZ Chiamami per nome
Intrecci di voce, sguardi che si sfiorano, un duetto che piace allo “zoccolo duro” del Festival. Con la complicità di Mahmood. Un po’ troppo retorica e artificiosità: 6
8 – LO STATO SOCIALE Combat Pop
Un allegro rock’n’roll a metà strada fra Clash ed Edoardo Bennato. Divertente e coinvolgente performance. Finalmente un sorriso: 7,5
9 – WILLIE PEYOTE Mai dire mai (La locura)
“Questa è l’Italia del futuro: un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte”, denuncia Willie Peyote, citando la serie tv Boris, per poi descrivere lo stato della musica (“Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype / Non si vendono più dischi tanto c’è Spotify”) e parlare di teatri e cinema chiusi. Rap di grande attualità. Cattivo, intelligente, moderno, divertente, ballabile, provocatorio, contraddittorio per certi versi: 7
10 – FRANCESCO RENGA Quando trovo te
La canzone rispecchia lo stile macho-tamarro-melodico dell’ex Timoria. La più brutta canzone del Festival: 3
11 – ARISA Potevi fare di più
Gigi D’Alessio, autore della canzone, avrebbe potuto fare di più. Ricorda La notte, brano che Arisa cantò nel 2012 sempre all’Ariston. Ci pensa la voce della cantante a dare pathos e grinta: 6
https://www.youtube.com/watch?v=STAJfAws5YU
12 – GAIA Cuore amaro
La rima baciata “questo cuore amaro / ora ci vedo chiaro” dice tutto. Un pasticcio talent che mescola musica latina, elettronica, flamenco e Oriente. 4
13 – FULMINACCI Santa Marinella
Delicata ballata indie molto local. Ambienta in una spiaggia romana una intensa storia d’amore. Tra Battisti, De Gregori e Barbarossa: 6
14 – LA RAPPRESENTANTE DI LISTA Amare
Un pop ostico, trasversale, prodotto da Dardust, sul quale emerge la stupenda voce di Veronica Lucchesi, anima della band insieme con il palermitano Dario Mangiaracina. 7
15 – MANESKIN Zitti e buoni
L’energia e la trasgressione del rock sbarca sul palco dell’Ariston con molto ritardo e con interpreti patinati usciti dal laboratorio di un talent: 5,5
16 – MAX GAZZÈ E TRIFLUOPERAZINA MONSTERY BAND Il farmacista
Il farmacista più pazzo del mondo è un Leonardo da Vinci con la maglia da calciatore con il numero 11 e si presenta con la frase di Frankenstein Junior: “Si può fare!”. Poi scivola in un complicato scioglilingua con una superband di cartonati con il volto di Marilyn Monroe, Paul McCartney e la regina Elisabetta: 5
17 – COLAPESCE E DIMARTINO Musica leggerissima
Un fischio e una chitarra che fanno Ennio Morricone in apertura, poi ritornelli anni Settanta, molto Battisti, con echi di We are the People degli Empire of the Sun. Una canzone leggerissima, ma dal tema importante. Geniale. I due però mancano un po’ di presenza scenica e risulta ininfluente la ballerina pattinatrice: 8
https://www.youtube.com/watch?v=aJtZj-MK23Y
18 – COMA_COSE Fiamme negli occhi
Coppia anche nella vita, Francesca e Fausto duettano guardandosi negli occhi, fino a toccarsi. Loro possono, essendo congiunti. Lessico futurista, atmosfere indie, batterie elettroniche, suoni sbiaditi alla Velvet Underground. Freschi e scanzonati: 7.5
19 – EXTRALISCIO feat. DAVIDE TOFFOLO Bianca luce nera
Punk da balera, in cui il liscio à la Casadei si sposa con sonorità più rock e con atmosfere gipsy. Tanto fumo, poco arrosto: 6-
20 – MADAME Voce
È la più giovane in gara con i suoi 19 anni, ma sembra la più navigata per il carisma con cui tiene il palco, sul quale sale a piedi scalzi. Un rap/trap originale che esce fuori dagli schemi consolidati. Un po’ lagnoso: 5,5
21 – GIO EVAN Arnica
Talkin’ evocativo logorroico, debole musicalmente. Lo lasciamo a Isabella Isoardi: 4,5
22 – ORIETTA BERTI Quando ti sei innamorato
Enfatica e straclassica canzone d’amore ben cantata, scritta da Francesco Boccia, lo stesso di Grande Amore, brano con cui Il Volo ha vinto il Festival nel 2015. Neanche alla tv russa: 4
23 – RANDOM Torno a te
Canzone tradizionale con influenze rap, in cui l’autore ricorda il primo amore facendo (male e stonando) il verso a Ultimo. C’è così tanto bisogno di braccia per l’agricoltura…:2
24 – BUGO E invece sì
Ripescato dopo la farsa dello scorso anno con Morgan, fa un po’ di confusione nella strampalata e ubriaca ballata nella quale mescola Celentano, Ringo Starr e un dittatore che s’innamora. Un Vasco Rossi da osteria. Che avesse ragione Morgan? 4,5
25 – GHEMON Momento perfetto
Atmosfere più gioiose, spensierate, con un lussuoso arrangiamento orchestrale e fiati jazz. C’è del rap, c’è del soul, c’è dello swing, non c’è la voce però: 5
26 – AIELLO Ora
“Quella notte io e te /sesso ibuprofene / 13 ore in un letto”. Una “canzone stronza”, una ballata alla Mengoni. Interpretazione graffiante e potente: 7,5