Non sono nella top ten di Sanremo, così come è stata delineata dal voto delle giurie demoscopiche nelle prime due serate e ieri dall’orchestra che ha giudicato i duetti sulle cover. Ma nel mondo digitale sono i dominatori assoluti. E non poteva essere diversamente quando di mezzo c’è Fedez, il rapper da oltre 11,6 milioni di followers. Il video di Chiamami per nome, la canzone con cui è in gara al Festival in coppia con Francesca Michielin, ha superato i due milioni di visualizzazioni su YouTube e il brano ha conquistato la vetta nelle classifiche di tutte le piattaforme di streaming.
https://www.youtube.com/watch?v=vfVc-ltT0dk
«Le classifiche comunque non erano il nostro obiettivo», commenta Fedez proprio mentre Chiamami per nome supera la quota di 1,7 milioni di stream su Spotify. «L’importante è collezionare sensazioni, esperienze nuove tutti i giorni. Il resto è tutto secondario». «Si fa Sanremo non per le classifiche, ma per portare un racconto, una storia, che possa continua a vivere anche dopo il Festival», interviene la partner Francesca Michielin, autrice del brano insieme a Mahmood, Dargen D’Amico, Davide Simonetta, Alessandro Raina e allo stesso Fedez. «L’orchestra ci ha penalizzati? Fa parte del gioco. Noi ci siamo divertiti a presentare il nostro medley, è stato un momento di festa».
Giovedì sera i due hanno voluto omaggiare la coppia. Che sembra essere il tema di questa edizione del Festival ed era anche il format della serata. Coppia d’arte e nella vita Fausto Lama e Francesca California dei Coma_Cose, coppia di fatto Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (La Rappresentante di Lista), coppia d’amici Colapesce e Dimartino, progetti combinati per l’occasione, abbinamenti improbabili, come quelli visti nella serata dei duetti. «Non potevamo dimenticare la nostra storia di duo», spiega Francesca Michielin, che già una decina di anni fa aveva collaborato con Fedez per Magnifico e Cigno nero, due hit che hanno aperto al meticciato fra pop e rap. «Abbiamo scelto la canzone Del Verde di Calcutta che cita Sandra e Raimondo, in Le cose che abbiamo in comune Daniele Silvestri parla della dinamica di coppia, e Felicità di Al Bano e Roma, Fiume di parole dei Jalisse e Non amarmi di Aleandro Baldi e Francesca Alotta che sono delle coppie iconiche del Festival». «E stamattina ci ha fatto piacere ricevere i complimenti di Al Bano e il ringraziamento dei Jalisse, che erano davvero commossi», aggiunge Fedez.
Questo Festival passerà alla storia anche per le lacrime. Quelle di Elodie e quelle di Fedez. «Il terrore delle prove ha lasciato posto all’emozione. È stato un misto di cose. Vivo in semilockdown da mesi in compagnia di una donna incinta, forse abbiamo gli ormoni sincronizzati. Poi ci sono stati gli alti e bassi di questa avventura come il rischio di esclusione (per aver diffuso 9 secondi del brano sui social nda)… Insomma, sono particolarmente sensibile in questo periodo».
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«Federico mi piace perché appartiene a un mondo, quello hip hop, che in genere è machista», commenta la compagna d’avventura. «È bello vedere una persona emotiva che espone la propria fragilità. Viviamo in un’epoca in cui tutti ti dicono, anche a noi donne e non mi piace perché io quella cosa non ce l’ho fisicamente, che devi essere cazzuto. Noi non rispettiamo quel canone».
A sciogliere quelle lacrime anche la parvenza di una ritrovata normalità. «Sanremo è una esperienza totalmente nuova per me», racconta entusiasta Fedez. «Nonostante le restrizioni, nonostante i protocolli molto stringenti, l’atmosfera che si respira nel backstage è fantastica, è veramente una boccata di normalità incontrarsi con gli artisti, confrontarsi, scaricare l’ansia insieme, è veramente una figata. Se non ci fosse stata l’unica nota grigia di stare lontano dalla famiglia, sarebbe stata una settimana perfetta. Non avevo mai suonato con un’orchestra così grande. L’energia dell’Ariston la senti anche senza la presenza del pubblico. È qualcosa di più simile alla normalità che abbia provato in questo ultimo anno».
Normalità che è ancora lontana. Come il nastro bianco con cui indicano il distanziamento fra le aste dei microfoni: «Due metri esatti. Il senso è che nonostante la distanza siamo uniti. Il bianco simboleggia la pagina bianca, la luce, la rinascita», spiega Michielin. «Il bello è che quella immagine è diventata oggetto di tanti meme sul web», ride Fedez.
Normalità lontana da ritrovare soprattutto per il mondo dell’arte. Il videoclip ufficiale di Chiamami per nome è stato girato in quattro teatri milanesi: Arcimboldi, Menotti, Gerolamo e Scala con protagonisti anche i lavoratori dello spettacolo. «Non è il classico video pop, ma un’opportunità per mostrare qualcosa», sottolinea Michielin. «Anche la canzone, composta durante il lockdown, vuole portare speranza, celebra l’unione». Non solo spensieratezza, ma anche impegno sociale. «Entrambi sosteniamo “Scena Unita”, progetto che aiuta i lavoratori in difficoltà», aggiunge Fedez. «Qui usiamo i riflettori puntati sull’Ariston per fare luce su tutti i teatri in cui la luce non si può accendere. Dobbiamo ricordarci che ci sono 340mila persone coinvolte, e quindi altrettante famiglie: non lavorano da un anno».
Teneri, divertenti, buffi, i due si scambiano i ruoli. Ieri sera Francesca Michielin ha ceduto a Fedez il mazzo fiori a lei destinato. «Io e Fede facciamo una sera ciascuno, stasera i fiori vanno a lui», ha detto. E sui social il gesto è stato apprezzatissimo e condiviso, nonché imitato poco dopo da Manuel Agnelli che, dopo il duetto coi Maneskin, ha ricevuto il mazzo di fiori dalla bassista del gruppo. Una vera e propria “rivoluzione dei fiori”, che ha avuto ampio risalto, tanto da essere accolta sul palco dell’Ariston. «È una cosa normale nella mia famiglia regalare fiori agli uomini. Non dovremmo stupirci», sorride la ventiseienne veneta. Regalare i fiori a Fedez, in ogni caso, «è una cosa simbolica che va ben oltre. C’è una grande battaglia da fare».