L’arresto di sette ex membri delle Brigate Rosse in Francia dichiara ufficialmente finita la “dottrina Mitterrand”. Una particolare pratica introdotta negli anni Ottanta dal presidente francese François Mitterrand, teorizzata dall’allora consigliere del governo Louis Joinet, con cui fino a oggi si sono concesse sul territorio francese ospitalità e sicurezza a cittadini italiani responsabili di violenza politica, purché non avessero più legami con la lotta armata.
La “dottrina Mitterand” permetteva di non concedere l’estradizione a personaggi imputati o condannati, ricercati per «atti di natura violenta ma d’ispirazione politica» contro qualunque Stato escluso quello francese. Era di fatto un diritto d’asilo per ricercati provenienti da altri Paesi, che infatti si rifugiarono in massa in Francia. Esclusi dalla dottrina coloro che avevano commesso un atto di «terrorismo sanguinario, attivo, reale».
Il suo principale artefice è stato l’ex presidente socialista François Mitterrand, in carica dal 1981 al 1995, sulla base di un principio mai scritto ma formulato verbalmente il 21 aprile 1985, in un intervento al Congresso della Lega dei diritti umani. «I rifugiati italiani che hanno partecipato all’azione terroristica prima del 1981 hanno chiuso con la macchina infernale nella quale si erano impegnati e hanno dato il via ad una seconda fase della propria vita, si sono inseriti nella società francese. Ho detto al governo italiano che sono al riparo da ogni sanzione».
La dottrina rimase ufficiosamente in vigore fino al 2002, quando venne estradato Paolo Persichetti su richiesta delle autorità italiane che stavano indagando sulla morte di Marco Biagi, rivendicata dalle Nuove Brigate Rosse. Nel 2003 il Consiglio di Stato francese, il più alto tribunale amministrativo del paese, dichiarò la dottrina Mitterrand priva di valore giuridico. Ma è adesso che le domande di estradizione italiane vengono accolte, cosa che l’Eliseo mette esplicitamente in relazione con l’ottimo rapporto tra il presidente Emmanuel Macron e il capo del governo italiano Mario Draghi.
In 35 anni circa 300 italiani hanno beneficiato dell’impegno assunto dall’ex presidente francese di non perseguire ex attivisti dell’estrema sinistra italiana rifugiati in Francia che avessero cessato ogni legame con i loro gruppi di riferimento. Oltre a Cesare Battisti, negli anni beneficiarono della “dottrina MitterrandW persone condannate per reati non di sangue come il fondatore di Autonomia Operaia Toni Negri, e gli scrittori e militanti della stessa formazione Lanfranco Pace e Franco Piperno. A cui si vanno ad aggiungere i sette ex terroristi – Marina Petrella, Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti – accusati di omicidi e altri fatti di sangue, risalenti agli anni ‘70 e ‘80.