Non c’è stato nulla da fare per l’operaio meccanico di 49 anni che si è ferito questa mattina mentre stava lavorando a un tornio in un’azienda di Busto Arsizio, in provincia di Varese. È rimasto schiacciato tra gli ingranaggi, proprio mentre l’aula del Senato osservava un minuto di silenzio per ricordare Luana D’Orazio, l’operaia tessile di 22 anni che due giorni fa è rimasta schiacciata in un macchinario nell’azienda di Prato dove lavorava.
Le denunce di infortunio con esito mortale continuano ad aumentare. Il quadro tracciato dall’Inail sul primo trimestre del 2021 parla chiaro: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’istituto entro il mese di marzo sono state 185, 19 in più rispetto alle 166 registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto, sottolinea degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020. L’Inail ha quindi registrato oltre 2 morti al giorno sul lavoro nei primi tre mesi dell’anno.
Un andamento che rispecchia quanto successo nel 2020. Se prendiamo l’intero 2020, gli infortuni con esito mortale sono stati 1.270, il 16,6% in più dell’anno precedente. Se dividiamo 1.270 per 365 otteniamo 3,47. L’anno scorso nei cantieri, nelle fabbriche, negli ospedali sono morte tra le 3 e le 4 persone ogni giorno. Il dato 2020 evidenzia un aumento di 181 casi rispetto ai 1.089 registrati nel 2019 (+16,6%) e, come spiega l’Inail, l’incremento è influenzato soprattutto dai decessi avvenuti e protocollati al 31 dicembre 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che, nel 2020, hanno rappresentato circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio anno. Siamo molto lontani dai dati di un decennio fa, quando i morti erano arrivati sotto quota mille. In un decennio i decessi sul lavoro sono aumentati al ritmo di quasi uno al giorno.
Tornando ai dati Inail del primo trimestre di quest’anno si osserva un aumento del 75% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro per il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale”. Ma per gli infortuni mortali non si riscontra più questa forte concentrazione nel settore sanitario: i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano per il primo trimestre di quest’anno un decremento solo dei casi di morti avvenute durante i trasferimenti da e per il lavoro, passati da 52 a 31, probabilmente per via della maggiore incidenza dello smart working, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 40 in più (da 114 a 154). L’aumento ha riguardato tutti i settori: industria e servizi (da 146 a 158 denunce), agricoltura (da 11 a 16) e del conto Stato (da 9 a 11).
Dall’analisi territoriale per il primo trimestre 2021 emerge un aumento di due casi mortali nel Nord-Ovest (da 45 a 47), di quattro nel Nord-Est (da 34 a 38) e di 11 casi sia al Centro (da 23 a 34) che al Sud (da 47 a 58). Nelle Isole, invece, si registra un calo di nove decessi (da 17 a 8). Le regioni che presentano l’aumento più consistente sono il Lazio (+12 casi), l’Abruzzo (+8), la Lombardia (+6) e la Campania (+5), quelle con il maggior decremento Sicilia (-7 casi), Piemonte e Puglia (-4 decessi per entrambe).
L’aumento rilevato nel confronto tra i primi trimestri del 2020 e del 2021 riguarda sia gli uomini, i casi mortali denunciati sono passati da 155 a 171, sia le donne, che hanno registrato tre casi in più (da 11 a 14). L’incremento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 137 a 158), mentre sono in calo quelle dei lavoratori stranieri comunitari (da 10 a 9) ed extracomunitari (da 19 a 18). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi per gli under 40 (17 decessi in meno), mentre tra gli over 40 si segnalano gli aumenti nelle classi 50-59 anni (da 52 a 70 casi) e 60-69 anni (da 19 a 38).