Sulla possibilità di allungare a 5 settimane la finestra temporale per la somministrazione del richiamo del vaccino contro il coronavirus prodotto da Pfizer, Valeria Marino, direttore medico in Italia del colosso americano, ha avvertito: «Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni». Non esistono oggi «dati su di un più lungo range di somministrazione, se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito».
La raccomandazione del Cts di mercoledì 5 maggio aveva esteso fino a 42 giorni l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini anti-Covid di Pfizer (prima era 21 giorni) e Moderna (in precedenza 28) per favorire la campagna vaccinale perché permette di coprire nel più breve tempo possibile i non vaccinati.
Da parte sua Pfizer ribadisce che «al momento dati su di un più lungo range di somministrazione non ne abbiamo – ha detto Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia a Sky Tg24 – se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. È una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione».
Intanto Lazio, Liguria, Toscana, Emilia, Piemonte e Campania hanno deciso, su consiglio del Cts, di allungare i tempi di somministrazione della seconda dose di farmaco anti-Covid. Dopo una resistenza iniziale il Lazio ha deciso che a partire da lunedì 17 maggio i richiami del vaccino Pfizer saranno portati da tre a cinque settimane, ossia 35 giorni. «Tutti gli interessati – ha spiegato la Regione – verranno avvisati in anticipo via sms e l’allungamento, recependo le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) e della Struttura Commissariale, consentirà un aumento della platea delle prime dosi del vaccino Pfizer a partire già dal mese in corso, determinando un aumento della copertura della popolazione». Anche per l’Emilia Romagna il richiamo a 35 giorni pare essere il «giusto compromesso».
Anche la Lombardia si è adeguata alle nuove indicazioni. «Più persone vaccinate prima con allungamento dell’intervallo tra prima e seconda dose Pfizer e Moderna», ha spiegato l’assessore al Welfare, Letizia Moratti. Risultato: a partire dal 10 maggio gli appuntamenti per la seconda dose sono stati fissati nell’intervallo 35-42 giorni. La Asl Napoli 1 ha reso noto che «tutti coloro che hanno già ricevuto la somministrazione della prima dose dei vaccini Pfizer e Moderna dovranno attendere non più 21 giorni per la seconda dose, bensì 40». La Toscana si è mossa diversamente: l’intervallo tra la prima e la seconda dose di vaccino Pfizer e Moderna sale fino a 40 giorni ma soltanto per coloro che devono ancora ricevere la prima somministrazione. Niente cambia, invece, per chi ha già fatto la prima dose: la seconda, come gli era stato annunciato, sarà dopo 21 per Pfizer e dopo 28 giorni per Moderna.