Circa la metà della popolazione italiana sarebbe ormai immune al coronavirus secondo i dati della Fondazione Bruno Kessler, che da 15 mesi è il fornitore ufficiale dei dati statistici per il Comitato tecnico-scientifico del governo. Questo avviene in particolare perché in Italia una alta percentuale di persone ha contratto il coronavirus senza neanche saperlo o in altro modo sfuggito alla sorveglianza sanitaria. Tra guariti e vaccinati, quindi, si sale per approssimazione ad un livello di italiani immuni compreso tra il 43% e il 53%.
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Secondo lo studio riportato dal Corriere della Sera, fino al 28% degli italiani (tra gli 11 e i 16 milioni di persone) ha avuto il coronavirus e ha quindi sviluppato gli anticorpi, mentre circa il 25% (15 milioni) è già immunizzato con il vaccino. La somma delle due immunità produce il risultato provvisorio di una percentuale di italiani immuni al Covid compresa tra il 43 e il 53% della popolazione. Uno su due. Se la cadenza attuale della campagna vaccinale venisse mantenuta si salirebbe di un 10% in pochi giorni.
«Bisogna continuare a essere prudenti e rispettosi delle regole. Perché tante persone, soprattutto giovani, non hanno ancora ricevuto il vaccino. Inoltre, quel che sta succedendo in Gran Bretagna con la variante indiana dimostra che il Covid-19 è in grado di creare sempre nuove insidie. Proprio per questo, il monitoraggio della situazione diventa ancora più essenziale. Dobbiamo intercettare il prima possibile eventuali segnali di un peggioramento della situazione epidemiologica. Senza farci prendere di sorpresa», Stefano Merler, matematico ed epidemiologo della Fondazione Kessler.
Per tornare definitivamente alla normalità l’obiettivo da raggiungere è il 75% di italiani vaccinati. Al netto di ogni approssimazione o colpo di coda del virus, come eventuali perdite di immunità, varcare quella soglia significa dire addio a ogni limitazione, mantenendo in vigore solo le regole di partenza: mascherina, distanziamento, sanificazione delle mani. Se saremo capaci di procedere a un ritmo di 500.000 vaccinazioni al giorno, entro settembre 2021 anche le mascherine, almeno all’aperto, potrebbero essere soltanto un brutto ricordo. Ma il monitoraggio della situazione epidemiologica resta fondamentale anche dopo la campagna vaccinale, perché nuove varianti possono creare dei problemi.