Niente burqa, accesso all’istruzione, ruoli nel governo: il nuovo regime a Kabul e nelle altre parti dell’Afghanistan comincia con una serie di dichiarazioni che sembrano voler indicare, per ora solo sulla carta, un nuovo approccio nei confronti delle donne, un tempo vittime di lapidazioni, mutilazioni ed esecuzioni in piazza. I talebani vogliono mostrarsi al mondo con un volto più aperto: in un’intervista tv un rappresentante del gruppo ha invitato le donne a entrare al governo, «ma secondo le regole della Sharia», la legge islamica che le relega ai margini della società.
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«I diritti delle donne sono basati sull’Islam. Possono lavorare nella sanità e altri settori dove sono necessarie. Non saranno discriminate, lavoreranno spalla a spalla con noi. Le donne dovranno rispettare le leggi della Sharia», ha aggiunto il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, nel corso della conferenza stampa a Kabul. «Le nostre donne sono musulmane – ha continuato – e saranno quindi felici di vivere dentro la cornice della Sharia». «Saranno attive nella società ma rispettando i precetti dell’Islam. Le donne sono parte della società e garantiremo i loro diritti nei limiti dell’Islam».
L’apertura annunciata dai talebani non s’è fermata qui. Stando a quanto ha riferito uno dei portavoce, Suhail Shaheen, a Sky News, le donne afghane potranno accedere all’istruzione, università compresa, «migliaia di scuole continuano a funzionare», ha spiegato. Lo stesso portavoce ha anche evidenziato che le donne dovranno indossare l’hijab ma non il burqa.
Al netto delle svolte annunciate, però, i timori restano. La corrispondente Cnn da Kabul ha mostrato in diretta un negozio per le strade della capitale che è in forte espansione per via dell’aumento delle vendite dei burqa. Le donne afghane non nascondono di temere per la loro incolumità. Segnali che non fanno che aumentare lo scetticismo sulle possibilità che l’annunciata apertura dei talebani trovi davvero spazio e da subito.
JUST NOW: Remarkable images from the fearless @clarissaward on the streets of Kabul. She shows us a store now doing a booming business in burqas.pic.twitter.com/w4J1zdJsWv
— John Berman (@JohnBerman) August 17, 2021
Dopo venti anni a Kabul tornano i talebani e con essi la sharia, nella versione più estremistica della legge coranica, che le vuole segregate, ignoranti, invisibili. Quando guidarono l’Afghanistan nella seconda metà degli anni Novanta, fecero piombare il Paese nel buio totale: le donne furono cancellate dalla società’, trasformate in tanti fantasmi azzurri come i burqa che dovevano indossare, in schiave sessuali. Fu loro vietato di lavorare e di studiare, pena la lapidazione.
E adesso l’incubo è tornato. Fatima, 35 anni, nelle Forze di sicurezza afghane, non è riuscita a salire su uno degli aerei in partenza da Kabul: «Mi uccideranno perché sanno bene chi ha aiutato gli occidentali. Stanno facendo le liste in ogni città delle donne single, dagli 8 ai 45 anni. Molte saranno uccise, altre andranno in moglie ai talebani».
Parlando con il New York Times, Zarifa Ghafari, sindaca più giovane di tutto l’Afghanistan, in prima linea per la difesa dei diritti delle donne, ha detto: «I talebani verranno per le persone come me e mi uccideranno. Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia. E comunque, dove andrei?»