Il Premio Nobel 2021 per la Letteratura va allo scrittore Abdulrazak Gurnah. Come riferisce la Royal Swedish Academy, il romanziere tanzaniano è stato premiato «per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti». L’anno scorso il premio era andato alla poetessa americana Louise Glück.
Nato nel 1948 e cresciuto nell’isola di Zanzibar, è arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni Sessanta. È stato professore di inglese all’University of Kent a Caterburry. In Italia tre suoi libri sono stati pubblicati da Garzanti: Paradiso (1994, selezionato per il Booker Prize; tradotto nel 2007), Il disertore (2005; tradotto nel 2006) e Sulla riva del mare (2001; tradotto nel 2002).
Dopo che Zanzibar nel 1963 venne sconvolta da una rivoluzione che portò alla persecuzione dei cittadini di origine araba Gurnah che apparteneva ai gruppi etnici perseguitati fu costretto ad allontanarsi dal suo paese. Aveva 18 anni quando gli fu concesso di tornare a Zanzibar. In quell’occasione riuscì a vedere il padre prima che morisse. Dopo la Tanzania nel 1968 andò in Inghilterra. Tra i suoi autori di riferimento Wole Soyinka, Ngugi wa Thiong’o e Salman Rushdie.
«Gurnah ha pubblicato dieci romanzi e molte raccolte di racconti – scrive la Royal Swedish Academy – In tutti i suoi lavori ricorre il tema dei rifugiati. Ha iniziato a scrivere a 21 anni mentre era in esilio in Inghilterra e nonostante il Swahili fosse la sua prima lingua, presto l’inglese è divento la sua scelta letteraria. La lingua letteraria della tradizione inglese da Shakespeare a V.S. Naipaul ha molto influenzato il suo lavoro. Un’opera nella quale lo scrittore sa però rompere la convenzione mettendo fine alla prospettiva coloniale valorizzando quella delle popolazioni indigene».