Venticinque anni fa veniva pubblicato New Adventures in Hi-Fi, l’album che secondo molti rappresenta il picco dei Rem prima dell’inizio della parabola discendente. È l’apice di un percorso creativo che aveva macinato successi come Green, Out of Time, Automatic for the People e Monster. E, nello stesso tempo, è l’inizio dello sfaldamento della band di Athens, che al termine della registrazione deve salutare il batterista Bill Berry, collassato per un aneurisma cerebrale durante un concerto a Losanna del Monster tour. Lo stesso che nell’estate del 1995 fece tappa allo Stadio Cibali di Catania. Un tour che si rivelò un incubo per il quartetto. Dopo la paura per Berry, il bassista Mike Mills verrà operato all’intestino e Michael Stipe per un’ernia, ma malgrado tutto riuscirono a portare a termine gli impegni.
È proprio nel corso del tour che i Rem registrano le canzoni che andranno a comporre New Adventures in Hi-Fi. Molte delle quali non raggiungeranno le vette delle classifiche di Billboard come accadde invece per Losing My Religion e Shiny Happy People, ma le tracce E-Bow the Letter (con la voce di Patti Smith) e Bittersweet Me entrarono nell’airplay delle radio rock alternative.
«A me piaceva How the West Was Won and Where it Got Us è così inquietante e spettrale», commenta Mike Mills alla presentazione della ristampa celebrativa dell’album. «Era una canzone creata in modo incredibilmente organico. Bill ha iniziato a suonare la batteria, il piano mi è caduto addosso e in circa tre minuti abbiamo avuto una struttura della canzone. È raro ed eccitante e quando succede qualcosa così velocemente di solito è abbastanza buono. C’è un motivo se è uscito così. Quella canzone doveva essere così».
«Io sono invece d’accordo con Peter Buck che ha indicato in New Test Leper il brano migliore», interviene Michael Stipe. «È una canzone su cui ho lavorato molto, molto duramente. Ho scritto sette bozze e archi narrativi completamente diversi e attraverso tutte e sette sono arrivato alla bozza definitiva dopo aver visto un talk show televisivo dove qualcuno, al quale ci saremmo riferiti come un travestito, stava presentando la sua idea sul perché si sentivano in dovere di esprimersi. Quella canzone mi ha perseguitato. Ricordo il divano su cui mi sono seduto per scrivere quella storia su un quaderno. Quella canzone e Man on the Moon (da Automatic for the People del 1992, nda) sono due delle più difficili che ho scritto. In Man on the Moon la musica era troppo perfetta e completa. Non c’era niente che potessi aggiungere».
La ristampa di New Adventures in Hi-Fi è ricca di lati B, rarità, filmati inediti, foto e interviste al quartetto originale. L’album venne registrato durante il tour americano di Monster. I Rem si erano dotati di un camion di registrazione mobile. «Abbiamo pensato che invece di perdere tempo con i sound check, avremmo potuto usare quel tempo per creare qualcosa e magari scrivere un disco sull’essere in viaggio senza scrivere canzoni sull’essere in viaggio. L’idea era quella di viaggiare e le diverse folle avrebbero infuso qualcosa nella musica», spiega Mills. «All’epoca si creò un malinteso sul fatto che questo fosse un album dal vivo», aggiunge Stipe. «Il disco ha solo l’energia di una performance dal vivo, ma le voci sono state fatte in un vero studio di registrazione».
L’incontro in occasione della presentazione di New Adventures In Hi-Fi – 25th Anniversary Edition, a dieci anni dallo scioglimento, non sembra preludere a una reunion.
«Ci piace essere l’unica band che ha detto che stavamo per scioglierci e ci atteniamo a quello», chiude ogni spiraglio Mike Mill. «Bisogna preservare un’eredità. La gente dice di voler vedere i Rem suonare di nuovo, ma quello che vogliono veramente è vedere la band che hanno visto vent’anni fa e quella band non esiste più».
«Nessun rimpianto, ma ovviamente è una sensazione agrodolce», sottolinea Michael Stipe. «Ci amiamo tutti e ci saremo l’uno per l’altro. Scriviamo tutti i giorni. Semplicemente non creiamo più musica come Rem. Facendo quella scelta un giorno di dieci anni fa, abbiamo fatto a noi stessi e ai nostri fan un enorme favore preservando un’eredità e scegliendo di andarcene quando eravamo al culmine della creatività. Siamo andati via a testa alta».