Con l’approssimarsi delle vacanze natalizie, l’Europa cerca di rafforzare la protezione contro la variante Omicron. Il primo passo italiano per fermare la corsa del virus è stata l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza che, fino al 31 gennaio, introduce l’obbligo del tampone anche per i vaccinati che dai paesi dell’Ue vengono in Italia e ha reintrodotto la quarantena di cinque giorni per i non vaccinati. Misura adottata anche da altri Paesi Ue come Portogallo, Irlanda e Grecia.
Il Portogallo è stato il primo Paese a introdurre l’obbligo di tampone negativo a tutti coloro che arrivano nel Paese, vaccinati inclusi. La misura, in vigore dal 1° dicembre, è stata prorogata oltre la scadenza iniziale del 9 gennaio. Al momento il governo di António Costa non prevede ulteriori restrizioni rispetto a quelle decise a fine novembre: in particolare nella prima settimana del 2022 (dal 2 al 9 gennaio) scatteranno misure di contenimento come smart-working obbligatorio e chiusura di bar, ristoranti e discoteche. Il ministro della Salute Marta Temido ha detto che sono necessari «più mascherine, più test, più vaccinazioni e più controlli alle frontiere».
In Grecia da domenica 19 dicembre scattano le nuove regole per gli arrivi dall’estero in Grecia: inizialmente Atene aveva previsto per tutti i visitatori un tampone molecolare negativo fatto nelle 48 ore precedenti all’ingresso nel Paese. Poi la misura è stata ammorbidita: saranno ammessi anche i test rapidi.
In Francia scatta lo stop ai viaggi non essenziali da e per il Regno Unito. Per recarsi Oltremanica o fare il percorso inverso ci sarà l’obbligo di avere una ragione essenziale: esclusi quindi i viaggi «per motivi turistici o professionali». Limitazioni previste sia per i non vaccinati sia per i vaccinati. I cittadini francesi e dell’Ue già nel Regno Unito potranno comunque rientrare in Francia. Le persone che rientrano dovranno poi porsi «in autoisolamento per 7 giorni in un luogo di loro scelta controllato dalle forze di sicurezza». Il presidente francese Emmanuel Macron ha escluso, invece, un intervento sui viaggiatori che si muovono tra Paesi Ue. «Di fronte alle varianti del virus, dobbiamo continuare ad agire come europei. Le persone che sono state vaccinate non dovrebbero fare test per viaggiare tra i paesi membri dell’Unione europea», ha scritto Macron su Twitter.
Anche la Germania valuta una stretta sugli arrivi dalla Gran Bretagna. La Baviera, uno tra i Länder più colpiti dal virus, ha chiesto al governo federale di prendere una decisione rapida per classificare la Gran Bretagna come area di variante a rischio a causa della rapida diffusione di Omicron. E quindi richiedere l’obbligo di un test Prc per gli arrivi dal Regno Unito.
L’Austria mette un freno ai cenoni natalizi e di capodanno. Uscita da poco dal lockdown generale, rimasto solo per i non vaccinati in vista dell’obbligo d’immunizzazione che scatterà da febbraio 2022, Vienna ha deciso di permettere ai propri cittadini di riunirsi per i festeggiamenti, ma solo se vaccinati. Per i no vax, invece, è prevista la serrata anche durante le festività di Natale, anche se dal 24 al 26 dicembre e il 31 dicembre potranno lasciare casa per “visitare una persona cara”. Per tutti gli altri, comunque, non si tratta di un via libera totale, visto che comunque potranno riunirsi in gruppi formati al massimo da dieci persone. In caso di un numero che va da 11 a 25 partecipanti, sarà necessario un tampone, nonostante il ministro alla Salute, Wolfgang Mueckstein, abbia rivolto un appello a tutti a farsi testare anche per incontri più ristretti. Per capodanno, infine, sarà sospeso il coprifuoco ancora in vigore nel Paese.
Stretta anche in Irlanda: a partire da domenica 19 dicembre e fino al 30 gennaio, pub e ristoranti dovranno chiudere alle 20, ha comunicato il premier Michael Martin. «In tutta Europa deve esserci una forte riduzione dei contatti tra le persone», ha spiegato ammettendo tuttavia che si tratta di misure «profondamente deludenti per molti». In Danimarca il primo ministro ha annunciato la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto. In Scozia sono entrate in vigore le nuove linee guida per negozi e locali pubblici: le aziende sono legalmente tenute ad adottare “misure ragionevoli” per ridurre al minimo i contagi, come gli schermi protettivi, l’utilizzo di app per le ordinazioni e il servizio ai tavoli, evitando quindi, come accade nei pub, code al bancone.