Mentre la stampa giubila per «un graduale ritorno alla normalità» restano in piedi tutte le limitazioni dovute al Green pass. Anzi da domani scatta l’obbligo vaccinale per i lavoratori over 50. Diversamente dagli altri paesi europei, dalla Danimarca alla Spagna, che hanno archiviato gran parte delle misure anti-Covid: addio a mascherine, pass vaccinali e smart working. Si fa strada l’ipotesi che la fine dell’emergenza pandemica arrivi nel breve termine, portando con sé l’avvio di una fase di convivenza più o meno pacifica con il Covid.
LEGGI ANCHE: Dagli Usa all’Europa verso l’addio alle restrizioni
In Italia entro lunedì 14 febbraio gli over 50 che lavorano devono mettersi in regola con il vaccino. Scatta infatti l’obbligo per entrare negli uffici, nei negozi e nelle fabbriche. Dal primo febbraio sono scattate le sanzioni per chi è over 50 e non si vaccina: 100 euro che arriveranno con la cartella dell’Agenzia delle Entrate. Gli over 50 anni che lavorano dovranno dimostrare di aver effettuato almeno una dose di vaccino. L’obbligo vaccinale vale anche per il richiamo o la terza dose. Secondo la norma in vigore «dal 15 febbraio 2022, i soggetti ai quali si applica l’obbligo vaccinale per l’accesso ai luoghi di lavoro nell’ambito del territorio nazionale, devono possedere e sono tenuti a esibire una delle certificazioni verdi Covid-19 di vaccinazione o di guarigione». Il datore di lavoro è tenuto alla verifica della certificazione verde. I controlli devono essere fatti preferibilmente all’ingresso e comunque possono essere fatti a campione. Oltre alla multa di 100 euro prevista per chi non è in regola ci sono altre sanzioni: la sospensione dal lavoro, senza retribuzione; la sanzione da 600 a 1.500 euro se l’obbligato al vaccino è colto sul luogo di lavoro senza Green pass rafforzato. In caso di reiterata violazione la sanzione è raddoppiata. Chi deve controllare rischia la multa da 400 a 1.000 euro.
In Germania cadono e regole di accesso ai negozi con il 2G, equivalente del nostro Green pass rafforzato, ossia quello che era stato definito dai media nostrani il “lockdown dei non vaccinati”, ignorando forse che mai in Germania ci sono state misure che impedissero a chicchessia di lasciare la propria abitazione se non con un certificato cartaceo, nemmeno durante la prima ondata pandemica. Si torna dunque in tutti i negozi, al museo, nelle biblioteche e negli impianti sportivi senza l’esibizione di alcuna certificazione, che resta per i servizi alla persona (con tampone si può accedere a saloni di estetista e parrucchiere) e per teatri, cinema e ristoranti (in cui, come in Italia, si accede solo con attestato di vaccinazione o guarigione). Mentre i partiti di opposizione del governo centrale, ossia Cdu e Csu, invocano la sospensione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori della sanità che dovrebbe entrare in vigore il 15 marzo e che allo stato attuale risulta di difficile applicazione.
Anche la Francia si prepara all’addio al Super green pass. Nonostante preoccupi ancora il livello dei ricoveri ci sono «motivi per sperare che alla fine di marzo-inizio aprile si possa revocare il pass vaccinale» ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Gabriel Attal. La condizione deve essere un tasso di incidenza «sensibilmente ridotto, 10 o 20 volte meno» rispetto a quello attuale, ma in base alle proiezioni «ci sono ragioni per sperare che in questo orizzonte temporale la situazione sarà migliorata abbastanza da consentirci di revocare queste misure», ha aggiunto Attal.
Dal primo febbraio in Danimarca non è più obbligatorio avere il Green pass per entrare in discoteche, caffè, autobus e ristoranti. Anche Svezia e Norvegia hanno revocato la maggior parte delle misure anti-Covid in considerazione del fatto che la diffusione dei contagi al momento non sta mettendo a rischio la tenuta del sistema sanitario. I ristoranti tornano a servire alcolici dopo le 23, lo smart working non sé più obbligatorio e il Green pass non viene più richiesto nei luoghi pubblici.
Un allentamento delle restrizioni si sta verificando anche in Spagna, dove però spetta alle comunità autonome, l’equivalente delle regioni italiane, attivarsi per alleggerire le norme sul distanziamento sociale. Le prime a intervenire, come ha riportato El Pais, sono state le amministrazioni della Catalogna e della Cantabria. Quest’ultima ha deciso addirittura di mettere nel cassetto il pass vaccinale per entrare in diversi luoghi pubblici, mentre il governo di Barcellona si è per ora limitato a revocare il coprifuoco ancora in vigore nella regione.
Il Regno Unito annuncia lo stop all’isolamento dei positivi. Il 27 gennaio scorso erano già state eliminate alcune restrizioni, come il Green pass (introdotto a dicembre e solo per discoteche e grandi eventi) e l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi e sui mezzi pubblici.