Quando si tratta di record di vittorie dell’Eurovision, il Regno Unito è proprio lì, dietro soltanto a Irlanda (7) e Svezia (6) con cinque vittorie, alla pari con Paesi Bassi, Francia e Lussemburgo. Ma sono passati ben 25 anni dall’ultima volta che la patria dei Beatles ha messo d’accordo tutta Europa: era in 1997 ed a Dublino trionfarono Katrina and The Waves con Love Shine A Light. Da allora un lento declino, fino alle magre figure di questi ultimi anni e il tonfo di James Newman in Olanda nel 2021, la cui canzone Embers raccolse zero punti. Una umiliazione.
Cosa è andato storto? Perché il Regno Unito non vince più l’Eurovision? Le risposte che si sono date a Londra sono diverse. C’è chi imputa la sconfitta all’ingresso delle nazioni provenienti dall’Europa orientale fino all’Azerbaigian, avvenuto intorno alla metà degli anni Novanta. «Tutti votano per i propri vicini», sostiene Katrina Leskanich, l’ultima a conquistare la gloria per il Regno Unito nel 1997. «La gente dice bene che non possiamo vincere a causa del voto politico». In tal senso, sul voto del 2021 avrebbero pesato le polemiche sull’uscita di Londra dall’Unione europea. «Come nazione, ci siamo convinti che l’Eurovision non è altro che un festival di piccoli rancori, organizzato con l’intento specifico di umiliare il Regno Unito, potenza pop globale che genera talenti e che domina le classifiche di tutto il mondo», ritiene un commentatore del quotidiano The Guardian.
Ma altri sono convinti che, alla fine, a vincere è la canzone. «Tutto inizia e finisce sempre con una bella canzone», commentano Benny e Björn degli Abba. Perché allora il Paese che produce la migliore musica del mondo non riesce a fare di meglio all’Eurovision?
«Gran parte della selezione per il Regno Unito è stata semplicemente terribile», afferma Katrina. «Mi chiedo ancora chi è la persona che sta scegliendo. L’ultima volta che il Regno Unito è andato bene è stato con la canzone di Andrew Lloyd Webber e Jade che l’ha cantata». Secondo l’ex vincitrice, il Regno Unito deve prendere più seriamente la competizione per ottenere la vittoria: «Dovrebbero copiare il processo di selezione svedese».
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Se c’è una nazione che prende incredibilmente sul serio il processo di selezione dell’Eurovision è proprio la Svezia. Iniziano a scegliere la canzone in gara nel novembre precedente alla competizione, disputando numerose finali nazionali nelle città di tutto il Paese. «Noi svedesi sembriamo amare l’Eurovision più di chiunque altro. E lo prendiamo molto sul serio», conferma Loreen, cantante di Stoccolma vincitrice nel 2012. «Quest’anno c’erano 28 canzoni candidate tra cui scegliere e 33.000 persone hanno partecipato alla finale della selezione svedese, il Melodifestivalen. Quella notte sono stati espressi dodici milioni di voti: la Svezia ha una popolazione di dieci milioni!».
Fraser Nelson, l’editore di The Spectator, respinge l’idea di un voto politico: «Il Regno Unito è stato semplicemente sopraffatto e surclassato dai Paesi più piccoli che hanno fatto più sforzi», ha scritto, sostenendo che la Gran Bretagna ha smesso di provarci qualche tempo fa. «La BBC sceglie la nostra voce e non si preoccupa di un concorso o dei processi televisivi decisi dagli elettori in diretta. Così ogni anno, la Gran Bretagna manda qualche anima impreparata a perire sulla scena mondiale».
Nell’occhio del ciclone a causa dei risultati disastrosi portati a casa, la BBC non vuole restare a guardare e a farsi criticare dagli inglesi e dal resto dell’Europa. La rivincita inizia con l’intesa siglata con la Tap Music, ovvero il team che gestisce artisti di successo del calibro come Dua Lipa, Lana Del Rey, Ellie Goulding e molti altri. L’alleanza ha l’obiettivo di selezionare una canzone per rappresentare il Regno Unito all’Eurovision di Torino che vivrà la sua finale il 14 maggio 2022.
L’Inghilterra, che fa parte delle Big Five, ovvero delle cinque nazioni che hanno sostenuto per prime la manifestazione canora internazionale più longeva al mondo, vuole tornare sul tetto dell’Eurovision. L’asso nella manica della perfida Albione è Space Man, una canzone d’easy pop firmata da Amy Wadge, cantautrice vincitrice di un Grammy e co-autrice di Thinking Out Loud di Ed Sheeran, e da Max Wolfgang. Il brano è stato affidato alla voce di Sam Ryder, cantante e cantautore dell’Essex che ha visto la sua popolarità diventare stratosferica, soprattutto grazie ai social media. Quando il mondo è entrato in lockdown nel marzo 2020, Sam ha caricato il primo dei suoi ormai famosi video di cover, attirando rapidamente l’attenzione di fan del calibro di Justin Bieber, Sia e Alicia Keys. Quest’ultima ha persino pubblicato il video con la cover della sua If I Ain’t Got You. Un trampolino di lancio per Ryder che, subito dopo, ha firmato con la Parlophone Records, ha pubblicato il suo EP di debutto (The Sun’s Gonna Rise), ha ricevuto il sostegno delle più grandi stazioni radio del Regno Unito e, con oltre 12 milioni di follower e 100 milioni di “like”, è attualmente l’artista musicale britannico più seguito su TikTok.
La strada per riconquistare il primato europeo, però, appare difficile. Perché quest’anno è molto probabile che, alla fine, prevarrà davvero il voto politico e che tutta l’Europa vorrà dimostrare solidarietà e sostegno all’Ucraina.