Bassano del Grappa dice no al Green pass. Il comune in provincia di Vicenza è il primo in Italia a voler abrogare la certificazione verde. Con 15 voti favorevoli e 9 contrari il consiglio comunale ha chiesto formalmente al governo di abolire il Green pass a partire dal 31 marzo, data di cessazione dello stato di emergenza. Finora il governo Draghi è rimasto sordo alle richieste di cittadini sulle misure restrittive, in particolare sul certificato verde che ha mostrato il suo fallimento in quanto non ha evitato in alcun modo la diffusione dei contagi.
La fine dello stato di emergenza non comprende l’abolizione totale del Green pass: con il decreto legge numero 24 il governo ha disposto il suo utilizzo anche dopo questa data. Il Green pass rafforzato — che si ottiene se si è vaccinati con tre dosi, con due dosi da meno di 120 giorni, oppure se si è guariti — resta obbligatorio fino al 30 aprile per piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e di contatto, centri benessere (anche all’interno di strutture ricettive) al chiuso; convegni e congressi; centri culturali, centri sociali e ricreativi al chiuso; feste (comprese quelle dopo le cerimonie); sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; sale da ballo e discoteche; cinema, teatri, palazzetti dello sport e strutture sanitarie. Il Green pass base, che si ottiene con certificato di vaccinazione, di guarigione, oppure con tampone antigenico (valido 48 ore) o molecolare (valido 72 ore) sarà obbligatorio per accedere a: bar e ristoranti al chiuso; concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati; spettacoli all’aperto e stadi; aerei, treni, navi e traghetti (esclusi i collegamenti nello Stretto di Messina e con le Isole Tremiti); pullman turistici oppure che effettuano i collegamenti tra regioni.
La chiamano “graduale dismissione”, ma è un tentativo di normalizzare l’uso del lasciapassare. Bassano del Grappa ha chiesto formalmente al Governo di abrogare le certificazioni covid-19 con la cessazione dello stato di emergenza. Ma anche di intervenire legislativamente affinché l’utilizzo di tale strumento straordinario non sia ammesso in via ordinaria. Una richiesta quasi ovvia per uno Stato democratico, ma non così tanto in Italia, dove il Governo ha deciso di rendere eterno il Green pass, scollegandolo definitivamente dall’emergenza che lo ha generato e giustificato fino ad oggi.
Secondo Ilaria Brunelli, consigliere comunale di maggioranza, eletta in una lista civica di centrodestra, è comunque importante che sia stata formalizzata questa istanza, perché «il Comune è l’istituzione più vicina ai cittadini e che maggiormente ha potuto constatare l’impatto di questo strumento nella società». Il decreto legge dovrà passare all’esame del Parlamento per la ratifica, «è quindi il momento esatto e più appropriato per dare un segnale alle istituzioni superiori. Un segnale che, indipendentemente dalle nostre opinioni personali sul Green Pass e sulla validità che può avere avuto nella gestione dell’epidemia, credo ci veda concordi nel ritenere che uno strumento straordinario, introdotto e sostenuto da una motivazione di emergenza, uno strumento dall’innegabile impatto sulla società, non possa trasformarsi in uno strumento ordinario».
La mozione sarà adesso inoltrata agli enti superiori, a partire dalla Regione Veneto, all’Anci e alle associazioni di categoria. Sul blog del consigliere Ilaria Brunelli è possibile scaricare la mozione. L’invito di Ilaria Brunelli è che altri consigli comunali italiani votino una mozione analoga, pressando in questo modo il governo e il parlamento ad abolire definitivamente il Green pass.