La proposta di Vladimir Putin di far pagare all’Unione Europea le forniture di gas in rubli non violerebbe il regime di sanzioni approvato dagli Stati membri nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. A sostenerlo è la stessa Commissione Europea in un documento pubblicato online e distribuito ai Paesi membri.
Bruxelles ha affermato che ci sono opzioni che potrebbero consentire alle aziende di continuare a pagare legalmente il gas. «Il decreto – ricorda il documento – introduce una nuova modalità di pagamento, per cui il deposito di euro o dollari sul conto del fornitore non è più considerato come adempimento degli obblighi contrattuali. Al contrario euro o dollari ricevuti dalle società dell’Ue devono essere convertiti in rubli ai sensi del decreto».
Mosca ha minacciato di interrompere le forniture di gas ai Paesi “ostili” che si rifiutano di pagare in rubli, una mossa che riguarderebbe principalmente l’Ue (Germania ed Italia in testa) che dipende fortemente dal gas russo. Il 31 marzo scorso Putin ha approvato un decreto che punta ad alleviare l’impatto delle misure economiche decise dall’Occidente nei confronti di Mosca. L’adempimento contrattuale, secondo il decreto presidenziale russo n.172 del 31 marzo, si perfeziona «solo dopo che il processo di conversione da euro o dollari è stato completato con successo e il pagamento è stato effettuato in rubli».
Un processo «interamente nelle mani delle autorità russe» che consentirebbe a Mosca «anche di coinvolgere la Banca centrale russa in questo processo, attraverso una serie di operazioni legate alla gestione del patrimonio e delle riserve della Banca centrale, vietata ai sensi del sanzioni dell’Ue». Inoltre, visto che «il processo di conversione può richiedere un periodo di tempo indefinito durante il quale la valuta estera è interamente nelle mani delle autorità russe, compresa la Banca centrale», il pagamento “congelato” in attesa della conversione «può anche essere considerato come un prestito concesso da società dell’Ue».
Nonostante i dubbi della Commissione sulla regolarità di tale procedura, il documento di orientamenti definisce «possibile» l’acquisto di gas a queste nuove condizioni, ma consiglia alle aziende europee di «chiedere alle loro controparti russe di adempiere ai propri obblighi contrattuali con le stesse modalità di prima dell’adozione del decreto, ovvero depositando l’importo dovuto in euro o dollari». Il consiglio della Commissione non è giuridicamente vincolante, ma è un tentativo di guidare la discussione mentre gli Stati membri cercano di capire come continuare a pagare per il gas russo.
Resta però il dato principale: la Russia riceverà il pagamento per il suo gas in rubli, come aveva preteso. Non a caso, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev in un commento su Telegram ha scritto: «Apprezziamo la coerenza e l’integrità dei nostri partner europei». Il riferimento è appunto alla precisazione della Commissione Europea, secondo cui le aziende occidentali possono aprire un conto presso Gazprombank per pagare il gas utilizzando un nuovo schema ideato da Mosca senza entrare in conflitto con le sanzioni.