Arresti, voti e appalti: crolla il sistema Emiliano in Puglia. E il Pd va in pezzi. Prima la decisione del ministero dell’Interno di disporre una commissione per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nel comune di Bari. Poi, un’altra inchiesta giudiziaria sul voto di scambio, che ha coinvolto amministratori locali del centrosinistra. E adesso la terza retata della Procura di Bari ha coinvolto Alfonso Pisicchio, ex assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica nonché fedelissimo del presidente Michele Emiliano, leader di Senso civico alla guida dell’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione (Arti), e il fratello Enzo finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta su presunti appalti truccati.
Per far ottenere alla BvTech spa un finanziamento regionale di 9 milioni (il 50% dei 18 milioni previsti) come contributo per l’investimento in Puglia delle Grandi imprese, l’allora assessore all’Urbanistica della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, e suo fratello Enzo, arrestati ieri, avrebbero concordato uno scambio di utilità. Nelle intercettazioni è chiamato “contratto di programma”. L’accordo? Assunzione dei famigliari, come Natale e Rebecca, figli rispettivamente di Alfonsino e Enzo, e militanti politici, il pagamento di iniziative elettorali di Alfonsino e la festa di laurea di Rebecca Pisicchio, figlia di Enzo. Questi i nuovi dettagli dell’inchiesta in cui è coinvolto l’ex assessore regionale. A luglio 2020 le Fiamme Gialle trovarono nell’abitazione del fratello 65mila euro in contanti, celati in una busta di rifiuti in balcone. Secondo gli inquirenti Pisicchio percepiva soldi dall’azienda in cambio di una mano con gli appalti pubblici. Secondo l’accusa, scrive La Gazzetta del Mezzogiorno, i fratelli Pisicchio avrebbero ricevuto 156mila euro per sé stessi e per il partito Iniziativa Democratica, una delle liste a supporto della coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni regionali nel 2020.
In Puglia le inchieste giudiziarie stanno già avendo conseguenze politiche. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha annunciato che il suo partito si ritirerà dalla maggioranza che sostiene il presidente della Puglia Michele Emiliano, del Partito Democratico. Rosa Barone del M5s darà le dimissioni da assessore al Welfare e i quattro membri del M5s che fanno parte del consiglio regionale usciranno dal gruppo di maggioranza. Conte ha detto che l’uscita del M5s dal governo della Puglia è dovuta alla serie di inchieste giudiziarie emerse nell’ultimo periodo che hanno coinvolto il Partito Democratico locale.
«Vogliamo dare una fortissima scossa, è il momento di fare pulizia e tabula rasa. Dobbiamo estirpare la cattiva politica. Rinunciamo al nostro ruolo di governo, rimettiamo tutte le deleghe», ha detto Conte in una conferenza stampa organizzata a Bari. Il mancato sostegno dei consiglieri del M5S in ogni caso non toglierà la maggioranza al gruppo che sostiene Emiliano: il consiglio regionale pugliese è composto da 51 membri e senza i quattro del M5s ne resteranno 28 in maggioranza, due in più di quelli necessari.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non si rassegna all’uscita del Movimento 5 Stelle dalla sua giunta. E rilancia: «Ritengo che, una volta che avremo realizzato ciò che ci chiedono, questa parentesi si chiuderà velocemente, anche prima delle elezioni europee». In un’intervista al Fatto Quotidiano Emiliano dice che «non era indispensabile uscire. E infatti comprendo l’amarezza e l’irritazione delle altre forze politiche che mi stanno sostenendo anche in questo momento. Detto questo, con Conte, Schlein e Fratoianni siamo concordi nel non voler più tollerare alcun tipo di attività che non sia perfettamente conforme ai principi di imparzialità e legalità».
Secondo Emiliano, «è necessario che la Regione si doti di strumenti attivi di pre-investigazione, visto che il sistema anticorruzione previsto dalle leggi nazionali si è dimostrato insufficiente. Faremo ciò che ci chiedono prima delle Europee perché non vorrei che questo diventasse terreno di scontro, e quindi di ulteriore spaccatura, delle forze politiche che invece proprio qui in Puglia hanno dimostrato che si può governare bene insieme».