Il primo ministro della Slovacchia Robert Fico «alla fine sopravviverà». Lo ha detto alla Bbc il suo vice Tomas Taraba al termine di un intervento chirurgico durato 4 ore. Fico era stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco nella cittadina di Handlová, 180 chilometri a nord-est della capitale Bratislava. Quello contro di lui è stato il primo tentativo di assassinio di un politico così importante nella storia recente della Slovacchia, un paese indipendente dal 1993.
Fico ha 59 anni, è il leader del partito populista di sinistra filorusso Smer ed è il primo ministro della Slovacchia dallo scorso ottobre, ma aveva già ricoperto il ruolo dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018. Nella sua carriera Fico si è mosso tra posizioni filo-europee e nazionaliste contrarie alle politiche dell’UE e degli Stati Uniti. Ha anche mostrato la volontà di cambiare rotta a seconda dell’opinione pubblica o delle mutate realtà politiche. Ammiratore del primo ministro ungherese Viktor Orbàn, è stato costretto a dimettersi da premier nel mezzo delle proteste di massa nel 2018 innescate dall’omicidio su commissione di Jan Kuciak, un giornalista che aveva indagato sulla corruzione nel paese
Fico si trovava a Handlová, nella parte centrale del paese, per un incontro tra i membri del governo organizzato alla Casa della Cultura, un teatro e centro congressi nel centro della città. Al termine dell’incontro, attorno alle 15, era uscito in strada per salutare alcuni suoi sostenitori radunati davanti all’edificio, prima di salire in auto e ripartire.
A quel punto un uomo lo ha chiamato da dietro le transenne usando l’appellativo “Robo”, un diminutivo del suo nome, e poi gli ha sparato contro cinque colpi d’arma da fuoco, di cui solo tre lo hanno colpito. Dopo essere caduto a terra, Fico è stato subito caricato su un’auto dagli agenti del suo servizio di sicurezza: al contempo la persona sospettata di aver sparato è stata immobilizzata dalle forze dell’ordine e da alcuni presenti.
I media slovacchi hanno riferito che l’assassino era un ex guardia di sicurezza di un centro commerciale, autore di tre raccolte di poesie e membro della Società slovacca degli scrittori. Il sito di notizie Aktuality.sk ha scritto che era titolare legale di una licenza di armi. Juraj Cintula, 71 anni, supporter di Slovacchia Progressista, partito liberal che ha sostenuto l’elezione della presidente della Repubblica Zuzana Caputova. Sui social network Cintula criticava spesso Fico e il suo partito Smer. In un filmato diffuso ieri lo si vede ammanettato a una sedia mentre dice: «Io non sono d’accordo con le politiche del governo».
Cintula, spiegando le ragioni dell’attentato, parla della legge bavaglio sui mass media varata da Fico. Poi lamenta il licenziamento del giudice Jan Mazak, ex presidente del Consiglio giudiziario che si è occupato di anti-corruzione, «fatto fuori» dall’esecutivo. Da guardia giurata in un supermercato aveva sorpreso un giovane sotto effetto di droga che picchiava la fidanzata. Secondo alcune foto circolate sul web Cintula avrebbe avuto contatti con il gruppo estremista filorusso Slovenskì branci, sciolto nel 2022. Pianificava l’attentato da un mese. Il Corriere della Sera ricorda che Cintula aveva fondato nel 2016 un comitato anti-violenza. Nel suo canale YouTube con 12 abbonati lo descriveva come «un partito emergente che vuole fermare la diffusione della violenza nella società. Prevenire la guerra in Europa. Fermare il dilagare dell’odio».