Stanco, affaticato, confuso, incerto, balbettante: le disastrose immagini di Joe Biden nella notte di Atlanta, durante il primo di due match tv con lo sfidante Donald Trump, hanno spinto i democratici a cercare un’alternativa al candidato Biden per la sfida alla Casa Bianca. Un inedito nella storia. Non è mai successo prima che un presidente in carica, vincitore delle primarie e legittimamente in corsa per un secondo mandato a Pennsylvania Avenue, rinunci prima della Convention che sancirebbe ufficialmente la sua candidatura.
Per farlo, tuttavia, il passaggio preliminare è convincere il diretto interessato, Joe Biden, a farsi da parte. Finora, consiglieri, collaboratori, staff e i membri del partito non ci sono riusciti. Ma dopo la performance in Georgia, l’ipotesi prende quota. Biden ha vinto le primarie e la sua nomina dovrebbe quindi essere ratificata dai delegati che parteciperanno alla Convention in programma tra il 19 e il 22 agosto a Chicago. Questo vuol dire che Biden non può essere sostituito contro la sua volontà: la sua sostituzione può avvenire solo in caso di un suo ritiro volontario o della sua morte.
L’idea di una sostituzione in corsa appare complessa e irta di pericoli per un partito già in difficoltà e in rincorsa nei sondaggi. Se Biden dovesse ritirarsi prima della Convention, i delegati diventerebbero automaticamente liberi di scegliere chi vogliono. L’ipotesi più realistica è che in questo caso i delegati diano il proprio voto a un candidato o a una candidata indicata da Biden stesso al momento della rinuncia.
Non c’è una procedura automatica e non è pertanto scontato che il sostituto di Biden sia Kamala Harris, attuale vicepresidente e scelta come candidata alla vicepresidenza. Si può immaginare che comincerebbe un grosso negoziato dentro il partito. Harris è comunque di sicuro la scelta più probabile in caso di ritiro di Biden, secondo gran parte degli analisti politici, anche se non è particolarmente popolare. Tutti gli altri principali esponenti del Partito Democratico – come i governatori Gavin Newsom, J.B. Pritzker, Andy Beshear e Gretchen Whitmer – sono stati fin qui grandi sostenitori di Biden, preferendo rinviare una loro eventuale candidatura alla presidenza a fronte della sua scelta di ricandidarsi. Ma un ritiro di Biden potenzialmente metterebbe in ballo anche loro.
Sarebbe diverso il caso in cui invece Biden dovesse ritirarsi dopo la Convention, a candidatura già ottenuta. In quell’ipotesi le regole del partito prevedono di consultare i governatori e i parlamentari del Partito Democratico per poi lasciare la scelta ai 483 membri del Democratic National Committee, che comprende oltre a loro anche i funzionari locali del partito, perché si scelga un nuovo candidato.